Articolo a cura di Marco Pagliariccio

Disegno in copertina di Albert Johnson

 

Senza Parker né Nowitzki, senza Diamantidis né Spanoulis, sarebbe stato in ogni caso un Europeo strano quello che si apre fra qualche giorno. Un Europeo che già di per sé avrebbe segnato un passaggio di consegne generazionale visto il ritiro di alcuni dei grandissimi del recente passato ma che, alla fine, si è ridotto ad una manifestazione dove fa più rumore chi non c’è rispetto a chi c’è. Tra forfait concordati, infortuni in corso d’opera e manovre che stanno nella zona grigia tra l’una e l’altra, la competizione che vedrà il suo atto finale a Istanbul (tanto ormai le fanno tutte lì…) ha fatto molto più parlare per quanto accaduto finora fuori dal campo che sul rettangolo di gioco. Svetislav Pesic ha proposto quanto meno di cambiare la collocazione temporale della rassegna (che, tra l’altro, d’ora in avanti si terrà ogni quattro anni), riposizionandola a luglio per trasformare l’evento in una coda della stagione anziché in un preambolo di quella che verrà. Proposta da valutare, ma le logiche legate a presenze/assenze sono solo in parte influenzate da questioni di calendario. Andrebbero concordate formule e finestre tra FIBA, federazioni nazionali ed NBA per evitare pastrocchi come quello delle prossimo Qualificazioni Mondiali. Ma questa è un’altra storia (cit.).

In ogni caso, a chi dice che un EuroBasket con tali assenze non vale la pena di essere seguito si può rispondere col fatto che mai tanti giocatori NBA (saranno 31) sono presenti come saranno in questa fine d’estate sui parquet di Helsinki, Cluj-Napoca, Tel Aviv ed Istanbul, le quattro città che ospiteranno i gironi della prima fase, quella che consegnerà i pass per i playoff ad eliminazione diretta (i dettagli della formula li trovate qui). Un dibattito vecchio come il gioco che, personalmente, mi appassiona il giusto. Giovedì, alla prima palla a due, conterà solo chi sul parquet ci si ritroverà a giocare. Con questo ranking proviamo a dare alcune coordinate a quello che potremo vedere sui canali di Sky (che trasmette in diretta tutte le partite). E se non siete abbonati a Sky, potete tranquillamente vederli in streaming su NOW TV (la internet Tv di Sky) che permette di vedere tutto l’Europeo online senza vincoli di contratto né di abbonamento ovunque vi troviate da smartphone, tablet, PC, game console e Smart TV (info qui http://bit.ly/NOWTV_Europei2017)

Eh sì, abbiamo creato anche quest’anno la mappa su google per trovare (e segnalare) tutte le abitazioni, i locali e i circoli che faranno vedere le partite (ecco la mappa EuropeiDove“, istruzioni in fondo all’articolo)

Buoni #EuropeiTipo!

 

 

24. ROMANIA

Ranking FIBA: n.c.

Girone: C (Croazia, Rep. Ceca, Spagna, Montenegro, Ungheria)

Assenze: –

Quintetto: Calota-Popa, Mandache, Paliciuc, Moldoveanu, Olah.

Coach: Marcel Tenter

A trent’anni esatti dall’ultima volta, la Romania torna a disputare un Europeo. Dal 1987 ad oggi, infatti, la nazionale ha sempre fatto così schifo che nemmeno Gheoghe Muresan, l’unica stella internazionale sfornata ai piedi dei Carpazi, ci si era mai voluto sporcare le mani. Non è che sia cambiato granché da trent’anni fa ad oggi: la quantità di talento è infima e il pass per Eurobasket è arrivato solo in qualità di paese ospitante, tra l’altro proprio in quella Cluj che di Muresan è stata la culla. L’unico giocatore con una solida carriera internazionale nel roster di coach Tenter è l’ex Treviso Vlad Moldoveanu, lungo con stazza e capacità di giocare dentro e fuori per essere il faro di una squadra che oggettivamente non c’entra granché a questo livello. A dargli manforte c’è la guardia Andrei Mandache, che si è messo in bella mostra quest’anno in Champions League con l’Oradea, mentre il governo non ha dato il via libera alla naturalizzazione del playmaker americano da Le Mans Giordan Watson (che avrebbe cambiato nome in Jordan Watsonescu e non è una gag). Sotto canestro da tenere d’occhio il giovanissimo Emanuel Cate, classe ’97 transitato dalle giovanili del Real Madrid e ora in LEB Oro (la A2 spagnola). Obiettivo giocarsela con l’Ungheria per portare a casa la vittoria della bandiera davanti al proprio pubblico.

 

23. ISLANDA

Ranking FIBA: 84

Girone: A (Polonia, Grecia, Francia, Finlandia, Slovenia)

Assenze: Sigurdarson, Magnusson

Quintetto: Vilhjalmsson, Hermannsson, Stefansson, Palsson, Hlinason.

Coach: Craig Pedersen

Dopo essere stata la squadra simpatia di Eurobasket 2015 (mettendo parecchia paura a Italia, Germania e soprattutto Turchia nel girone di Berlino), l’Islanda ci riprova con l’obiettivo di provare almeno a vincerne una stavolta. Rispetto a due anni fa non è cambiato molto nel roster di coach Pedersen, che può contare sulle certezze dei suoi senatori (ed ex “italiani”) Jon Stefansson e Hordur Vilhjalmsson ma che inizia anche a vedere cose buone anche tra le nuove leve. Due su tutte: Martin Hermannsson, guardia 23enne che la prossima stagione sarà in Francia a Chalon e che dovrebbe essere il go-to-guy della squadra, e soprattutto la “sensation” Tryggvi Hlinason, pivot classe ’97 dal passato molto particolare che ha fatto faville all’Europeo Under 20 e sul quale ha già messo le mani il Valencia. A Helsinki è prevedibile una nuova invasione pacifica dei tifosi islandesi per provare a spingere i loro beniamini verso l’impresa di passare il primo turno. Col cuore siamo con voi, con la testa…

Si rinnoverà il gemellaggio italo-islandese di Berlino 2015?

 

22. UNGHERIA

Ranking FIBA: –

Girone: C (Croazia, Rep. Ceca, Spagna, Montenegro, Romania)

Assenze: –

Quintetto: Wittmann, Vojvoda, Hanga, Allen, Toth.

Coach: Stojan Ivkovic

I magiari tornano a Eurobasket per la prima volta dal 1999, ma si tratta appena della seconda volta dal 1969. Sono lontanissimi i tempi del titolo europeo del ’55, anche se questa Ungheria non è proprio da buttare via. Ci sarà la star Adam Hanga, fresca di contrattone da capogiro al Barcellona. Ci sarà Rosco Allen, lungo che nella stagione da rookie all’Obradoiro ha fatto ottime cose meritandosi la chiamata di Tenerife. Ci sarà David Vojvoda, guardia che si è fatta le ossa a livello europeo in canotta Szolnoki e che ha fatto molto bene nelle amichevoli pre-Eurobasket. Peccato che però coach Ivkovic abbia perso all’ultimo DeAndre Kane, al centro di un mezzo caso diplomatico dopo che la Federazione lo aveva aiutato a prendere la cittadinanza ungherese ma il giocatore ha disertato il raduno presentandosi a quello del Maccabi Tel Aviv, suo nuovo club. Senza l’ex Iowa State si apre una voragine in cabina di regia, vero punto debole di una squadra molto affollata invece nel reparto guardie-ali (c’è anche l’ex Treviso Zoltan Perl in uscita dalla panchina). Con una Repubblica Ceca indebolita dalle assenze, il colpaccio del passaggio del turno è meno utopico, ma avrebbe comunque del sorprendente.

 

21. UCRAINA

Ranking FIBA: 38

Girone: B (Israele, Lituania, Georgia, Italia, Germania)

Assenze: Len, Fesenko, Bolomboy, Jeter, Gladyr, Mykhailiuk.

Quintetto: Lukashov, Mishula, Lypovyy, Kornienko, Kravtsov

Coach: Evgeny Murzin

Con tutto il potenziale starting five ai box, difficile chiedere a questa Ucraina il bis del 6° posto del 2013. Il genio (vabbè) di Pooh Jeter, la mano torrida di Sergi Gladyr, il talento di Sviatoslav Mykhailiuk sguarniscono parecchio il reparto esterni e sotto la potenza di Alex Len, Joel Bolomboy e Kyrylo Fesenko non è facile da rimpiazzare. Ci sarà almeno Viacheslav Kravtsov, i cui continui problemi fisici (anche quest’anno diversi mesi ai box in quel di Valencia) non lasciano dormire sonni tranquilli a coach Murzin. Questa versione dell’Ucraina sarà quindi ancor di più una formazione che proverà a imporre gioco fisico e ritmi bassi con i suoi tanti mestieranti abituati alle battaglie dei campi europei: da Mishula a Lypovyy, da Kornienko a Pustozvonov, tutto il roster gialloblu ha buona esperienza a livello internazionale, ma poca qualità da imporre specie in un girone senza squadre materasso come quello B, quello dell’Italia, nel quale rischia seriamente una prematura eliminazione.

 

20. GRAN BRETAGNA

Ranking FIBA: 22

Girone: D (Russia, Serbia, Lettonia, Turchia, Belgio)

Assenze: Gordon, Soko, Freeland, Hesson, Deng, Adegboye, Wheatle.

Quintetto: Lawrence, Okereafor, Johnson, Clark, Olaseni.

Coach: Joe Prunty.

È una Gran Bretagna alla ricerca della scintilla giusta quella che si ripresenta ad Eurobasket quattro anni dopo il 13° posto di Lubiana. Senza i soldi di Uk Sport, ma con la solita montagna di giovani aitanti e di belle speranze, il basket britannico cerca da tempo una Nazionale che faccia da traino ad un movimento che fatica a spiccare il volo. Anche stavolta le assenze impediscono di sognare in grande, ma il materiale umano non è da buttare, anzi. Sotto canestro c’è qualità con l’ex Murcia Daniel Clark e fisicità con l’ex Sassari Gabe Olaseni, sugli esterni le sicurezze sono Andrew Lawrence e Kyle Johnson ma sono pronti a prendersi in mano la squadra l’ex pistoiese Teddy Okereafor e soprattutto il prodotto di UC Irvine Luke Nelson, giocatore dell’anno nella Big West Conference in NCAA e molto convincente nella fase di avvicinamento a Eurobasket.

[Ok, Papagiannis non è il miglior difensore perimetrale del mondo, però…]

Peccato per i tifosi di Biella che all’ultimo secondo sia saltata la presenza di Carl Wheatle, bloccato da un infortunio al ginocchio e che sarebbe stato tra i più giovani partecipanti alla manifestazione. Fisicità e materiale su cui lavorare ci sarebbero, per passare il primo turno in un raggruppamento equilibratissimo potrebbero però non bastare.

 

19. REPUBBLICA CECA

Ranking FIBA: 42.

Girone: C (Croazia, Montenegro, Ungheria, Spagna, Romania)

Assenze: Vesely, Schilb, Benda, Balvin, Pumprla, Houska.

Quintetto: Satoransky, Welsch, Hruban, Auda, Peterka.

Coach: Ronen Ginzburg.

Tomas Satoransky vs. The World. Passa tutto dalla point guard degli Wizards il destino della Repubblica Ceca ad un Europeo nel quale, dopo il 7° posto di due anni fa, le ambizioni potevano essere legittimamente quelle di confermarsi a quei livelli. Ma senza le due spalle predilette Vesely e Schilb e priva della solidità di Balvin sotto le plance sarà dura per l’ex Barcellona fare tutto da solo, nonostante la fame di riscatto dopo una stagione con molta panchina alla prima oltreoceano. Satoransky dovrà però per forza di cose chiedere uno sforzo in più all’eterno Jiri Welsch, che alla soglia dei 38 anni inizia a faticare e non poco a tenere il passo dei baldi giovani che girano per l’Europa. I vari Hruban, Auda e Peterka hanno discreta esperienza internazionale ma non si può chiedere loro la luna con un talento ben lontano da quello dei più quotati connazionali assenti. Un piccolo aiutino a provare almeno ad entrare nelle fantastiche 16 lo ha dato però il sorteggio: mettersi dietro almeno Ungheria e Romania non dovrebbe essere impresa impossibile per la squadra di coach Ginzburg.

 

18. BELGIO

Ranking FIBA: 44

Girone: D (Russia, Serbia, Lettonia, Turchia, Gran Bretagna)

Assenze: Lojeski.

Quintetto: Van Rossom, Tabu, Salumu, Hervelle, Tumba.

Coach: Eddy Casteels

Che il Belgio se in giornata possa fare malissimo a tutti lo abbiamo visto qualche settimana fa, quando a Tolosa ha rifilato un ventello pulito pulito agli Azzurri. I leoni rampanti sono anche stati gli unici ad imporre uno stop alla Spagna questa estate (vendicatasi del -18 di tre settimane fa con un altrettanto netto +16 qualche giorno fa), ma sono stati in grado anche di debacle sconcertanti, perdendo due volte su due dall’Islanda e persino dalla Tunisia. Insomma, una squadra indecifrabile, che, senza l’equilibrio di un collante prezioso come Matt Lojeski, vive sulle folate del trio Van Rossom-Tabu-Lecomte. Occhio alla guardia da Baylor.

In area, all’eterno Axel Hervelle e al prezioso Maxim De Zeeuw non si può chiedere la luna ma sono perfetti completamenti per la fisicità debordante del congolese Kevin Tumba, miglior rimbalzista e stoppatore dell’Eurocup 2014/2015 e “promesso sposo” a Murcia. Come detto: in gara secca possono fare di tutto, ma nella selva dell’equilibrato girone D non sarà facile strappare il passaggio agli ottavi e provare a fare meglio del 9° posto delle ultime edizioni

 

17. FINLANDIA

Ranking FIBA: 32.

Girone: A (Francia, Islanda, Polonia, Slovenia, Grecia)

Assenze: –

Quintetto: Wilson, Koponen, Salin, Murphy, Markkanen

Coach: Henrik Dettmann

Agguerriti, al completo e nel pieno della maturazione. La Finlandia sta perseguendo da anni un tracciato di crescita che nel giro di 7-8 anni ha messo gli scandinavi sulla mappa del basket che conta. Merito di una generazione cresciuta nel mito degli Hanno Mottola e Teemu Rannikko (che ci sarà ancora una volta, verosimilmente con ruolo marginale) e pronta ormai per un ulteriore salto di qualità. Da Petteri Koponen a Sasu Salin, da Erik Murphy a Shawn Huff, da Gerald Lee a Mikko Koivisto passando per il naturalizzato Jamar Wilson, il roster finlandese, uno dei pochi privo di assenze, è consolidato da anni ed ha grande profondità ed intercambiabilità in tutti i ruoli. Manca ancora la star che faccia da traino vero al team. Sul lungo periodo, potrebbe diventarlo Lauri Markkanen: il lungo da Arizona, 7° scelta all’ultimo draft e destinato ad esordire tra i pro americani con i Chicago Bulls dopo aver fatto faville al college, a soli 20 anni ha già mostrato lampi da dominatore questa estate (su tutti i 26 punti in 23’ rifilati alla Russia). Il futuro è tutto suo, anche se per ora coi primi soldi che gli ha fruttato un ricco contratto con Nike si è limitato a comprare una Yaris nuova di zecca a mammina.

 

16. ISRAELE

Ranking FIBA: 37.

Girone: B (Germania, Italia, Georgia, Lituania, Ucraina)

Assenze: Cohen, Limonad.

Quintetto: Mekel, Halperin, Dawson, Casspi, Howell

Coach: Erez Edelstein

L’Israele è stata sicuramente una delle squadre più brillanti della fase di preparazione ad Eurobasket, chiusa con una sola sconfitta su 11 amichevoli disputate. Con il solito Omri Casspi nel ruolo di faro, coach Edelstein può contare su una rosa molto profonda e versatile. In regia il trio Mekel-Ohayon-Timor dà ampie garanzie, nei ruoli di ala Guy Pnini e Shawn Dawson si integrano alla perfezione con la stazza ed il talento del neo Warriors e sotto canestro con Lior “Semigancio” Eliyahu e la potenza dell’ex Caserta Richard Howell non ci si può lamentare.

Per fare il salto di qualità mancherebbe un giocatore capace di creare dal palleggio, tanto che, non avendo di meglio, è tornato a fare la squadra anche la vecchia volpe Yotam Halperin. Col fattore campo che a Tel Aviv si sentirà eccome, per l’Italia non poteva esserci cliente più scomodo per aprire il girone .

 

15. MONTENEGRO

Ranking FIBA: 72.

Girone: C (Repubblica Ceca, Croazia, Ungheria, Spagna, Romania)

Assenze: M. Bjelica

Quintetto: Ivanovic, Rice, Djurisic, Dubljevic, Vucevic.

Coach: Bogdan Tanjevic

È mancato sempre qualcosa al Montenegro per riuscire a tradurre in risultati le qualità di un parco giocatori solitamente molto interessante (mai oltre il 17° posto del 2013). Ci riprova un’altra volta la squadra balcanica e ci riprova con in panca uno che di competizioni come queste ne ha viste un paio: quel Bogdan Tanjevic che, dopo un lungo peregrinare per l’Europa vincendo tutto il vincibile, è tornato nella sua terra natia per cercare di dare forma ad una materia molto intrigante. Il Montenegro ha uno dei reparti lunghi più interessanti di tutta la manifestazione: il centrone dei Magic Nikola Vucevic, l’Mvp delle finali di Liga ACB Bojan Dubljevic e la promessa mai pienamente rispettata da Bilbao Marko Todorovic (senza contare che mancherebbe Milko Bjelica) formano un trio con stazza, qualità e durezza per non andare sotto con nessuno o quasi dei pariruolo del resto d’Europa. I problemi sono però sugli esterni, dove nonostante la naturalizzazione di Tyrese Rice, l’esplosione siciliana di Nikola Ivanovic e la promessa madridista Dino Radoncic c’è troppo poco per duellare ad altissimo livello. Certo, se Rice si travestisse dal McCalebb del 2011 si potrebbe farneticare di una Macedonia-bis, ma restando coi piedi per terra già entrare negli ottavi di finale sarebbe cosa buona e giusta.

 

14. POLONIA

Ranking FIBA: 38.

Girone: A (Finlandia, Francia, Islanda, Slovenia, Grecia)

Assenze: Gortat, Lampe, Czyz

Quintetto: Slaughter, Ponitka, Waczynski, Kulig, Karnowski.

Coach: Mike Taylor.

La Polonia avrebbe potuto seriamente candidarsi al ruolo di sorpresa del prossimo Europeo se non fosse stato per la voglia di divertirsi di Marcin Gortat, che ha preferito Ibiza ad un paio di mesi a sudare in palestra. Non mi sento di biasimarlo.

🚤🚤💦💧💧 Ibiza with @tomasatoransky @miciel7

Un post condiviso da Marcin Gortat (@mgortat13) in data:

I biancorossi, pur senza il loro totem, hanno comunque un quintetto di grande valore, con AJ Slaughter usato spesso come 6° uomo di lusso per spaccare le partite dietro al più compassato Lukas Koszarek. L’esplosione in questa stagione tanto di Mateusz Ponitka quanto del “malagueno” Adam Waczynski ha regalato a coach Taylor due esterni con il giusto mix di stazza, atletismo e capacità di colpire da fuori per far male a tutte le difese, mentre sotto canestro, di fianco all’ormai solido Damian Kulig, ci sarà spazio per la sensation dell’ultima stagione NCAA, quel Przemyslaw “Big Shem” Karnowski da Gonzaga che proprio con Eurobasket assaggerà il basket europeo prima della sua stagione da rookie ad Andorra. La pecca è che il roster è piuttosto corto, con il solo Adam Hrycaniuk sotto canestro ed il tandem Zamojski-Sokolowski a dare un minimo di certezza per far rifiatare i “Top Five”. Cliente scomodo per tutti.

 

 

13. GERMANIA

Ranking FIBA: 29.

Girone: B (Israele, Italia, Georgia, Lituania, Ucraina)

Assenze: Zipser, Zirbes, Pleiss, Kleber.

Quintetto: Schroeder, Tadda, Heckmann, Theis, Voigtmann.

Coach: Chris Fleming.

Se per la Repubblica Ceca abbiamo parlato di “Satoransky vs. The World”, delineare la Germania come “Dennis Schroeder vs. The World” non è poi cosa troppo lontana dalla realtà. Questa è ormai la nazionale del play degli Atlanta Hawks, sicuramente una delle star più fulgide dell’intera manifestazione, a maggior ragione dopo il ritiro di Dirk Nowitzki dopo la convivenza non proprio esaltante di Eurobasket 2015. Non esaltante sul campo, perché fuori i due sono ottimi amici, tanto che Wunder Dirk ha pure posato per la linea di abbigliamento del teutonico-gambese.

Dalle sue scorribande nasce tutto il gioco dei teutonici, che però intorno al loro leader non possono contare sugli altri pezzi forti del team, in primis Tibor Pleiss e Paul Zipser. Certo, sotto canestro armi e stazza non mancano: il futuro Celtics Daniel Theis, un Johannes Voigtmann esploso in quel di Vitoria, un Danilo Barthel che col Bayern è pronto a prendersi palcoscenici più importanti. I problemi veri sono sugli esterni, dove mancano uomini con le capacità di creare senza attendere gli scarichi di Schroeder. Potrebbe bastare per tornare nelle prime 16, ma l’argento del 2005 è decisamente una chimera.

 

12. GEORGIA

Ranking FIBA: 47.

Girone: B (Israele, Italia, Germania, Lituania, Ucraina)

Assenze: Sanikidze, Burjanadze.

Quintetto: Dixon, Sanadze, Markoishvili, Shengelia, Pachulia.

Coach: Ilias Zouros

Avete cinque euro da puntare e cercate il colpaccio a sorpresa? Puntateli sulla Georgia. A parte la Spagna, gli ex sovietici sono stati sicuramente la squadra che ha più impressionato nell’avvicinamento a Eurobasket, facendo scalpi importanti (Serbia, Grecia, Italia, Lituania, Lettonia) e mostrando un gran bel basket nonostante le precarie condizioni di Zaza Pachulia, che stanno tenendo in apprensione quel vecchio marpione di coach Zouros (che lo stesso Zaza ha definito uno dei mentori della sua carriera). Senza lo sgambettatore degli Warriors, la Georgia si è poggiata comunque con continuità su un Toko Shengelia cinque stelle extralusso e su un Giorgi “Sherminator” Shermadini che sta proseguendo l’annata d’oro completata ad Andorra, con qualche flash dalla promessa Goga Bitadze, next big thing europea con i suoi appena 18 anni. Avere o no Zaza è comunque la discriminante centrale per le ambizioni dei georgiani, che sugli esterni dovrà chiedere tanto ad un Markoishvili reduce da un anno di stop per infortunio e ad un Mike Dixon che ha sì fatto bene all’Aek ma non è certo un stella di primaria grandezza. Una squadra sul sottile equilibrio tra esplosione e delusione.

 

11. TURCHIA

Ranking FIBA: 8.

Girone: D (Belgio, Gran Bretagna, Lettonia, Russia, Serbia)

Assenze: Savas, Batuk, Asik, Ilyasova, Kanter.

Quintetto: Dixon, Guler, Osman, Aldemir, Erden.

Coach: Ufuk Sarica

Parte in sordina l’avventura europea di una Turchia che, però, davanti al proprio pubblico vorrebbe sognare una medaglia. Vorrei ma non posso, verrebbe da dire, per una squadra cui fanno male le assenze di Asik e Ilyasova e che sugli esterni ha molti progetti ma poca solidità. Coach Sarica ha voluto un cammino di preparazione senza avversari di primissima fascia e così i “Dev Adam” (“i giganti” in turco) ne sono usciti con tanto morale perdendo solo da Italia e Finlandia. Ma l’impressione è che per dare l’assalto ai bersagli grossi qualcosa manchi.

Il funambolo Bobby Dixon sarà il leader del team, Sinan Guler l’anima silenziosa, i giovani Cedi Osman e Furkan Korkmaz coloro cui si chiede di dimostrare di valere le scommesse di Cavs e 76ers, mentre sotto canestro Furkan Aldemir e Semih Erden hanno chili e movimenti per essere dei fattori, anche se la costanza non è stata certo il forte della loro carriera. Medaglia, dicevamo? L’ultima volta di una grande competizione a casa propria, i Mondiali 2010, la Turchia ne uscì con l’argento al collo. Difficile replicare, ma chissà…

 

10. ITALIA

Ranking FIBA: 35

Girone: B (Israele, Germania, Georgia, Lituania, Ucraina)

Assenze: Gentile, Bargnani, Gallinari

Quintetto: Hackett, Belinelli, Datome, Melli, Cusin.

Coach: Ettore Messina

È un’Italia con tante incognite quella che arriva a Tel Aviv, sgonfiata nelle ambizioni dal pugno che ha messo fuori gioco Danilo Gallinari, il leader tecnico e carismatico designato di una squadra alla continua ricerca di sé stessa. L’autoesclusione di Bargnani, la non convocazione di un Gentile che ha bisogno di cancellare l’annata più brutta della sua carriera e il caso Gallinari hanno costretto coach Messina ad un profondo restyling che porterà gli Azzurri ad avere ben cinque esordienti agli Europei: Abass, Pascolo, Biligha, Filloy e Burns. Richiamare in fretta e furia Cusin per rilasciare un Cervi mostratosi inadeguato ad altissimo livello ha dato anche un senso di poca chiarezza, ma d’altro canto le lavate di capo rimediate da Belgio, Francia, Serbia e Grecia non hanno certo lasciato tranquilli. Nonostante non ci sia il Gallo, le certezze sono nel reparto guardie-ali, con Belinelli, Datome, Aradori e Melli ormai consolidati ad alto livello. Lo sarebbe anche Hackett, regista designato ma reduce da mezza stagione di stop per infortunio. E allora ecco l’interrogativo su un Filloy all’esordio e la scelta di avere comunque Cinciarini come terza carta da giocare. Spesso spalle al muro l’Italia ha saputo rendere al massimo, ma oggettivamente quello che verrà oltre il passaggio del primo turno sarà tutto di guadagnato.

La gioia di Daniel Hackett promette bene

 

9. RUSSIA

Ranking FIBA: 9.

Girone: D (Belgio, Gran Bretagna, Lettonia, Serbia, Turchia)

Assenze: Karasev, Monia, Baburin.

Quintetto: Shved, Fridzon, Kurbanov, Vorontsevich, Mozgov.

Coach: Sergei Bazarevich.

Cancellare le terribili performance degli ultimi due Europei è il diktat per la Russia di Bazarevich, che con il roster pressoché al completo (l’unica assenza di peso è quella di Sergei Karasev) e i favori del pronostico puntati altrove va a caccia di una medaglia internazionale che manca dal bronzo olimpico di Londra 2012. Molto passerà dalle lune di Alexey Shved, talento impressionante ma spesso troppo soft quando conta. Nelle amichevoli di avvicinamento ha fatto vedere una grande intesa sul pick’n’roll con Timofey Mozgov, l’altra star di un team, quello russo, che poi intorno a questo asse aggancia tanti giocatori di sicuro affidamento: dal cecchino Vitaly Fridzon ai solidi Nikita Kurbanov e Semen Antonov fino ad arrivare ai poliedrici Andrey Vorontsevich e Andrey Zubkov. Squadra profonda, grossa ed esperta, se Shved è quello dei giorni buoni NEI giorni buoni sognare in grande non è precluso.

 

8. CROAZIA

Ranking FIBA: 11.

Girone: C (Repubblica Ceca, Montenegro, Ungheria, Spagna, Romania).

Assenze: Babic, Stipcevic, Hezonja, Bilan, Rudez, Tomic, Zizic, Zubac

Quintetto: Popovic, Simon, Bogdanovic, Saric, Planinic.

Coach: Aza Petrovic

Forse la squadra più martoriata dalle assenze la Crozia di Aco Petrovic. Il fratellone di Drazen ha tenuto le carte coperte nell’avvicinamento a Eurobasket, giocando appena sei amichevoli di preparazione, nelle quali però i biancorossi hanno fatto vedere di che pasta sono fatti nonostante un roster fatto a pezzi dalle rinunce. Di sicuro questa sarà la squadra di Bojan Bogdanovic e Dario Saric. L’esterno degli Wizards è una macchina da canestri con pochi eguali a queste latitudini, mentre l’ala dei 76ers ha mostrato anche in NBA tutta la sua versatilità e capacità sia di costruire che di finalizzare il gioco del proprio team. Oltre che di prendersi cura dei cervi.

😎😍 #cakala #NationalTeam #DeerFarm #GrandeJelenko

Un post condiviso da Dario Saric (@megalodon20) in data:

Intorno a loro due, tanta esperienza con il neo sassarese Darko Planinic, Marko Popovic, Luka Zoric, Krunoslav Simon e Roko Ukic, ma anche fari accesi su Dragan Bender, 2° scelta del draft 2016 che nella stagione da rookie in casacca Suns ha fatto tanta tanta fatica. Una medaglia manca dal bronzo europeo del ’95 ma non è detto che l’astinenza sia destinata a concludersi.

 

7. LETTONIA

Ranking FIBA: 35.

Girone: D (Gran Bretagna, Russia, Serbia, Turchia, Belgio)

Assenze: K. Berzins, Freimanis, Pasecniks

Quintetto: Strelnieks, Dai. Bertans, Timma, Dav. Bertans, Porzingis.

Coach: Ainars Bagatskis

Non è solo la prima volta di Kristaps Porzingins a creare grande hype intorno alla Lettonia.

E’ il fatto che Eurobasket 2017 segni il compimento di un percorso di crescita iniziato anni fa con l’argento agli Europei Under 20 2013. È ovvio però che la presenza dell’unicorno dei Knicks dia quel quid in più ad una squadra che senza di lui due anni fa era stata comunque in grado di finire nelle prime otto. Questa Lettonia ha tutto per provare a fare un passo in più: qualità ed imprevedibilità sugli esterni con Strelnieks e il neomilanese Dairis Bertans, sostanza e pericolosità perimetrale in ala con Janis Timma, Davis Bertans e Rolands Smits e peccato che sotto canestro manchi l’altro prospettone, Anzejs Pasecniks, per alcuni già il nuovo Porzingis (…). Lo squillo suonato contro la Lituania nel derby amichevole (ma non troppo) di qualche settimana fa ha alzato l’asticella sulle velleità granata: anche se nessuno osa dirla, la parola “podio” è nei pensieri di Bagatskis & co.

 

6. SLOVENIA

Ranking FIBA: 12.

Girone: A (Finlandia, Francia, Islanda, Polonia, Grecia)

Assenze: Z. Dragic, Omic, Klobucar.

Quintetto: G. Dragic, Doncic, Blazic, Randolph, Vidmar.

Coach: Igor Kokoskov.

Più volte sfiorata ma mai agguantata, una medaglia è diventata l’ossessione per una nazione come la Slovenia nella quale il basket è una religione. Per riprovarci i nostri vicini hanno aggiunto due pezzi da novanta rispetto al recente passato ed entrambi arrivano da Madrid.

[Ecco dove li avevo già visti!]

Nel 2015 Luka Doncic era poco più di un bambino, ma, appena maggiorenne, si è già preso la leadership di questa Slovenia, come dimostrato ampiamente nelle amichevoli agostane. Anthony Randolph, invece, indosserà la maglia biancoverde grazie alle solite provvidenziali naturalizzazioni e col suo imprevedibile talento e la sua verticalità aggiunge una dimensione finora sconosciuta ai biancoverdi. Con il solito Goran Dragic ad orchestrare il tutto, il terzetto è di quelli di assoluto livello. Il contorno subisce due assenze sottovalutate ma importanti come quelle di Zoran Dragic ed Alen Omic ma è comunque affidabile con i vari Jaka Blazic, Edo Muric e Klemen Prepelic che hanno esperienza europea da vendere sugli esterni ed il roccioso Gaspar Vidmar a fare legna sotto le plance. Obiettivo medaglia, ma la concorrenza è folta e agguerrita.

 

5. GRECIA

Ranking FIBA: 13.

Girone: A (Finlandia, Francia, Islanda, Polonia, Slovenia)

Assenze: Koufos, G. Antetokounmpo, Dorsey, Auguste.

Quintetto: Calathes, Sloukas, Papanikolaou, Printezis, Bourousis.

Coach: Kostas Missas

Il caso Giannis Antetokounmpo, con l’airone dei Bucks costretto dalla franchigia a saltare Eurobasket per dei piccoli acciacchi fisici, ha minato le certezze di una Grecia che sembrava avere tutto per poter lottare alla pari con le grandi d’Europa. Senza Giannis (e Kosta Koufos, altra mazzata mica da poco), le ambizioni elleniche escono ridimensionate, ma guai a sottovalutare una squadra nella quale 11 giocatori su 12 hanno giocato l’anno scorso o giocheranno il prossimo anno in Eurolega. Unica eccezione l’NBA Georgioa Papagiannis, che verosimilmente si dividerà con Ioannis Bourousis i minuti in posizione di centro. Con i senatori Nikos Zisis e Vassilis Spanoulis ritirati dalla Nazionale, le chiavi della squadra saranno in mano al trio Calathes-Sloukas-Mantzaris. Nei ruoli di ala l’altro Antetokounmpo, Thanasis, porta l’atletismo che manca alla squadra, con Papanikolaou e Printezis a mettere mestiere e qualità nei due ruoli di ala. Squadra profonda, dura ed abituata alle battaglie europee, per il podio si fa i conti anche con loro.

 

4. SERBIA

Ranking FIBA: 3.

Girone: D (Belgio, Gran Bretagna, Lettonia, Russia, Turchia)

Assenze: Teodosic, Markovic, Jokic, N. Bjelica, Raduljica, Milutinov.

Quintetto: Jovic, Bogdanovic, Kalinic, Bircevic, Marjanovic.

Coach: Aleksandar Djordjevic

Tante e pesanti le assenze in casa di una Serbia che resta sì una delle squadre più piacevoli da vedere su un campo da basket, ma che senza tante delle sue punte di diamante vede scendere le sue quotazioni nella corsa all’oro. Lo stop dell’ultimo momento di Teodosic, sommato a quelli già noti da tempo dei vari Jokic, Bjelica e Raduljica, pesa come un macigno anche se la squadra plasmata da Djordjevic ha un’identità ben precisa e gioca praticamente a memoria. Sotto canestro l’enorme Boban Marjanovic e un sempre più convincente Ognjen Kuzmic possono anche bastare, ma senza Milos sugli esterni è tutto nelle mani di Bogdan Bogdanovic, confidando nell’esplosione del suo successore al Fenerbahce Marko Guduric e nella regia ordinata di Stefan Jovic e Vasilje Micic. La squadra si conosce a memoria e la qualità c’è, ma per l’oro

in queste condizioni ci vuole l’impresa.

Boh, che dobbiamo commentare?

 

3. LITUANIA

Ranking FIBA: 5.

Girone: B (Israele, Italia, Germania, Ucraina, Georgia)

Assenze: Jankunas, Sabonis, Kavaliauskas, Lekavicius.

Quintetto: Kalnietis, Maciulis, Kuzminskas, Motjejunas, Valanciunas

Coach: Dainius Adomaitis.

Ci sono poche certezze nella vita: nascita, morte, Lituania competitiva. E state pure certi che anche stavolta bisognerà fare i conti con i baltici, vicecampioni in carica e mai fuori dalle prime 8 nelle ultime 8 competizioni internazionali disputate. Non saranno i più talentuosi, non saranno i più profondi, ma coi verdi bisogna sempre fare i conti. Il perno di tutto è il solito Jonas Valanciunas, non sempre convincente in Nazionale ma comunque uno dei migliori pivot di ruolo del globo. A Rio 2016 aveva sofferto la vicinanza di lunghi interni come Domantas Sabonis e Paulisu Jankunas, stavolta fuori causa entrambi, e allora paradossalmente la loro assenza, che dovrà costringere coach Adomaitis a giocare spesso con quattro piccoli, potrebbe favorire l’impatto del centro dei Raptors, il quale, almeno inizialmente, avrà comunque vicino Donatas Motjejunas. Sugli esterni l’infortunio al piede di Lukas Lekavicius toglie brio in uscita dalla panchina, ma Mantas Kalnietis quando indossa la maglia della sua Nazionale si trasforma e la classe e la versatilità dei Maciulis, Kuzminskas e compagnia bella non si discute. Ha zoppicato nelle amichevoli estive, pur andando ad un tiro fallito sulla sirena da Kalnietis dal battere la Spagna e rifilando 25 punti alla Francia. Il sogno è l’oro, ma il terzo podio europeo consecutivo sarebbe comunque un trionfo per una nazione con la popolazione della provincia di Milano.

 

2. FRANCIA

Ranking FIBA: 4.

Girone: A (Finlandia, Grecia, Islanda, Polonia, Slovenia)

Assenze: Batum, Gobert, Causeur, Ajinca, Beaubois, Luwawu-Cabarrot, F. Pietrus, Gelabale.

Quintetto: Heurtel, De Colo, Fournier, Diaw, Lauvergne.

Coach: Vincent Collet

La prima Francia del dopo-Parker riparte con immutate velleità: quelle di andare a medaglia, possibilmente d’oro. Nonostante anche i transalpini siano stati colpiti duro in fatto di assenze, su tutte quella di Nicolas Batum e quella di Rudy Gobert, l’enorme quantità di giocatori di qualità sfornati nell’ultimo decennio consente al decano Vincent Collet di schierare comunque una squadra con pochissimi punti deboli.

Il reparto esterni è forse il più completo d’Europa: all’estro di Thomas Heurtel fanno da contraltare il controllo del ritmo di Antoine Diot e Leo Westermann e negli altri due ruoli perimetrali il tandem De Colo-Fournier (con la mitraglia Edwin Jackson alle spalle) ha qualità realizzative e di costruzione con pochi eguali. Qualche problemino in più (a voler trovare il pelo nell’uovo) sotto canestro: Boris Diaw è un pianista con la palla in mano ma la condizione fisica è quella che è, il duo Lauvergne-Seraphin ha taglia e stazza per reggere l’urto ma non hanno certo i tentacoli di Gobert o Ajinca. Talento, solidità, abitudine a giocare ad alto livello (mai fuori dal podio nelle ultime tre edizioni): unico obiettivo vincere.

 

1. SPAGNA

Ranking FIBA: 2.

Girone: C (Repubblica Ceca, Montenegro, Ungheria, Croazia, Romania).

Assenze: Fernandez, Mirotic, Ibaka, Reyes, Llull, Claver, Ribas

Quintetto: Rubio, Rodriguez, Abrines, P. Gasol, M. Gasol.

Coach: Sergio Scariolo

Avete letto la casella delle assenze? Bene, avete letto il teorico quintetto? Ok. Non c’è molto altro da aggiungere. Mai fuori dalle prime 6 nelle ultime 18 edizioni dell’Europeo, mai giù dal podio europeo dal 2005, la Spagna è semplicemente la potenza numero uno del basket europeo e lo dimostra una volta di più potendo schierare una formazione sulla carta superiore a tutte le altre nonostante manchi l’Mvp delle ultime Eurolega e Liga ACB, due lunghi titolari o quasi nelle loro franchigie NBA, il capitano del Real Madrid e due giocatori di alto livello europeo. Sotto canestro i fratelli Gasol sono troppa roba per chiunque e come se non bastasse a coprir loro le spalle c’è l’altra coppia di fratelli illustri, i giovani Juancho e Willy Hernangomez. Se vogliamo trovare un difetto, la Spagna ce l’ha nel reparto guardie: con Juan Carlos Navarro ormai al tramonto di una formidabile carriera e Sergio Llull e Rudy Fernandez out, Alex Abrines non può fare certo reparto da solo. E allora in amichevole Scariolo ha lanciato spesso Fernando San Emeterio nel ruolo di 2 in quintettoni enormi con Juancho da 3 oppure, al contrario, doppio playmaker con Rubio-Rodriguez e via andare. L’altra incognita è l’atteggiamento: spesso gli spagnoli partono piano, lasciando per strada qualche vittoria per poi venir fuori nella seconda parte della manifestazione. Quindi guai a darli per morti se dovessero steccare una o due partite: il 4° oro nelle ultime 5 edizioni è molto più di un’eventualità.

Photo by Christian Petersen/Getty Images

 


 

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Marco Pagliariccio

Di Sant'Elpidio a Mare (FM), giornalista col tiro dalla media più mortifero del quartiere in cui abita, sogna di chiedere a Spanoulis perché, seguendo il suo esempio, non si fa una ragione della sua calvizie.

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