articolo di Donatello Viggiano
foto Vigevano 1955 e Luiss Roma
Non Real Sebastiani Rieti ed Orzinuovi, come forse più facile preventivare alla vigilia, ma Luiss e Vigevano. Sono state loro le due squadre a conquistare la A2 al termine della poule promozione disputata a Ferrara nel weekend tra il 16 e 18 Giugno. Una formula resa necessaria dal progressivo restringimento delle squadre partecipanti al prossimo campionato (saranno 24, per poi scendere ulteriormente a 20 tra un anno), con la disputa di un ulteriore e decisivo supplemento di sfide tra i quattro roster vincitori dei rispettivi tabelloni playoff. Un girone all’italiana da tre gare ciascuno senza esclusione di colpi, con la Real grande delusa e sempre sconfitta ed i primi due posti decisi solo dalla classifica avulsa tra tre squadre che hanno chiuso appaiate a quattro punti: a restare fuori Orzinuovi, fermatasi solo ad un passo dal triplete dopo aver trionfato già in Supercoppa e Coppa Italia.
Qui Luiss Roma
Al primo posto, al termine di una stagione da 33 vittorie in 45 partite, ha chiuso la Luiss Roma, una squadra unica in Italia perchè con tutte le differenze del caso, si tratta di una squadra espressione di un college: proprio come in NCAA. Per la prima volta nel basket italiano un team di universitari parteciperà al campionato di A2. Un gruppo di ragazzi che usufruiscono di una borsa di studio da confermare conseguendo almeno la metà dei crediti formativi dell’anno accademico cui sono iscritti, senza però percepire il salario di un classico giocatore professionista.
Alla nona giornata del campionato scorso la Luiss era ultima nel girone (C) della morte, in compagnia di Montegranaro, con appena una vittoria. Leggermente meglio poco oltre il giro di boa (5 vinte – 11 perse), chiuderà quasi in pari (14-16) una stagione regolare che la vede salvarsi comodamente e senza passare dalla pericolosa coda dei play-out. Alcuni dei giocatori più interessanti, piuttosto, appetiti dalle pretendenti alla promozione sono ancora in tempo per cambiare squadra sfruttando un’anomala chiusura del mercato posticipata al 30 Aprile. Se c’è una radice in cui affonda il trionfo universitario della tre giorni ferrarese forse è proprio in questo momento di massima difficoltà, tra i più difficili di una militanza in serie B giunta ininterrottamente ormai al nono anno, ma coach Paccariè (che ha definito chiuso il suo compito, sarà vero?) e il suo staff – tra i quali due allenatori con qualifica nazionale quali Riccardo Esposito e Giuseppe Delia – hanno le spalle forti e si chiudono in palestra costruendo, passo dopo passo, la rimonta già accennata. Alcuni dei meriti passano anche da Marco Legnini – innesto in corsa da 11 punti di media col 38% da 3 – “evento” sicuramente raro nella storia di un club che, come detto, una volta assegnate le borse di studio all’inizio dell’anno, non ha per sua natura poi possibilità di compiere inserimenti durante la stagione: l’unica deroga è poter schierare otto senior a referto, uno in più di quanto consentito dal regolamento a tutte le altre contendenti.
E’ la squadra, nel suo complesso, che cresce e tiene fede ai miglioramenti dopo le fisiologiche difficoltà dell’inizio di un nuovo ciclo che ha visto partire storiche colonne degli ultimi anni quali Faragalli, Marcon, Bonaccorso ed Infante, in una di rifondazione come solito accadere anche negli atenei americani.
C’è qualcosa, però, che è cambiato nell’impostazione organizzativa e manageriale della squadra di punta del progetto universitario – sportivo luissino. La frequenza universitaria resta ovviamente l’aspetto prioritario nella vita di sedici atleti (agli albori del progetto, nel 1999, le borse di studio erano appena quattro) che condividono le residenze di Villa Betania e Viale Pola per tutto l’arco della giornata, ben oltre le ore sul parquet. Alla classica seduta pomeridiana, mai prima delle 19 per non interferire con le lezioni, si aggiunge anche l’allenamento del mattino, che termina per le medesime ragioni entro le 9.30, un upgrade notevole anche nei risultati rispetto ai primi anni di vita del progetto, in cui la squadra è spesso nelle zone basse della serie B.
I frutti si vedono, così come la proposta formativa ed accademica rimasta inalterata rispetto ad un fisiologico ridimensionamento dei compensi per i giocatori di Serie B convince sempre più atleti, da una decina d’anni a questa parte, a scegliere la Luiss. Ci sono Marzoli (un passato in A a Teramo), Stjiepovic, Kavaric e Smorto – gente abbonata alla doppia cifra del campionato cadetto – oltre al sempreverde Polselli nel roster che, alla prima partecipazione alla Final Eight di Rimini del 2014 porta subito a casa la Coppa Italia di C, salvo poi mancare la promozione prima con una partita persa rocambolescamente in casa con Cassino, poi nella decisiva gara 3 dei playoff con Viterbo a causa di una bomba di tabella sulla sirena di Tommaso Rossetti.
La strada per la Serie B è comunque tracciata ed arriva attraverso un meritato ripescaggio, che porta i ragazzi di coach Briscese ad essere una presenza pressoché fissa al primo turno dei playoff. Ma nella stagione 2017-2018 il roster, nel frattempo passato sotto la guida di coach Paccarié, fa prima il grande scalpo alla Recanati reduce dalla A2, poi cede solo a gara 5 di semifinale, (“Ad una mano sinistra dalla Serie A, o a qualche centimetro di cuoio tra le mani di Marcon e quelle di Carrizo”, si legge in un paio di post di instagram di Andrea Scuderi, ai tempi uno degli atleti simbolo ed ora dirigente di riferimento dello staff) alla Virtus Cassino (ancora tu?) di Manuel Carrizo e Simone Bagnoli, che risulterà promossa dalla Final Four 2018 di Montecatini.
Sembra davvero un punto di non ritorno nell’accezione di un risultato impossibile da migliorare, anche se nel 2021 arriva un’altra semifinale, con chiusura stavolta sull’1-3 nel turno con la Nardò poi promossa in A2, cui segue il già menzionate riassestamento ed una salvezza raggiunta comodamente ad aprire un nuovo ciclo. Il resto è storia recente, non senza difficoltà che solo un gruppo granitico, quello in cui se un determinato giocatore è assente gli altri si divideranno il compito che toccava a lui, riesce a superare. A Bisceglie fa crack il ginocchio di Mimmo D’Argenzio – ora fresco di convocazione con il Green Team, la nazionale sperimentale guidata da Edoardo Casalone, secondo di Pozzecco – che torna in tempo per segnare i canestri decisivi quasi chiuderanno la rimonta con Orzinuovi, utile a salvare almeno quello scarto entro i dieci punti (la Luiss perderà di uno) che avrebbe garantito lo stesso la promozione alla Luiss nel già descritto a tre con Vigevano e la stessa Agribertocchi. Nel frattempo sono già arrivate ventidue vittorie nelle successive venticinque partite, che valgono ben presto almeno la qualificazione alla nuova serie B d’Elite, attraverso un piazzamento nelle prime quattro che ora però inizia a rendere possibile anche l’impensabile. Anche perché al PalaLuiss non passa quasi nessuno – l’unica a riuscire nell’impresa è Sant’Antimo alla terzultima – e capitan Murri e compagni mettono insieme anche undici vittorie fuori casa nell’intera stagione regolare, un bottino che certifica uno storico primo posto al termine del girone D. In semifinale la Luiss non trema con Ozzano, staccando il pass per il turno successivo vincendo gara 4 in trasferta e si riprende il fattore campo perso in gara 1 nel corso di una serie che la vedrà domare un’encomiabile Fabriano nell’ultimo e decisivo atto giocato a Roma.
E’ la partita che spiana la strada per la poule promozione di Ferrara (il solo Pasqualin aveva centrato il salto in A2 cinque anni prima con Cento) e sarà proprio una bomba del playmaker leader veneto a far mettere la freccia sulla strafavorita Sebastiani (nei quarti di Coppa Italia era finita 89-50 per la Real…), nella sfida d’esordio. Sulle ali dell’entusiasmo i luissini risalgono anche da – 18 con Vigevano, forzando la sfida poi vinta al supplementare grazie ad una prestazione da 35 punti e otto triple del cannoniere principe Matteo Fallucca, un altro di quelli che eravamo abituati a veder giocare ad altre latitudini, ma che ha sposato la dual – career made in Luiss.
Due vittorie, però, non sono ancora sufficienti, anzi. Ma la mano alla calcolatrice, sapendo già della vittoria di Vigevano su Rieti, permette a Di Bonaventura (già pronto per un’avventura lavorativa in Giappone) e compagni di poter giocare con Orzinuovi per contenere anche entro i 10 punti di scarto l’eventuale gap finale. Un problema che non sembra porsi nel primo tempo, ma che rischia di materializzarsi al rientro dagli spogliatoi, quando la tripla di Alessandrini girata beffardamente sul ferro nega il +12 che avrebbe reso in quel momento l’Agribertocchi virtualmente promossa proprio a scapito dei luissini.
D’Argenzio, Allodi a rimbalzo d’attacco, Murri nel finale, a turno segnano allora i canestri della sicurezza e di un riavvicinamento che spinge Orzinuovi a giocare per il supplementare e la Luiss, di conseguenza, a “difendere” lo svantaggio anche attraverso qualche libero sbagliato fino al 79-78 finale. E’ la più dolce delle sconfitte, che nega agli universitari il punteggio pieno, ma non il primo posto assoluto nel girone e soprattutto la prima storica promozione sul campo dalla fondazione della squadra. Una squadra in cui tutti svolgono il proprio ruolo sentendosi importanti, da chi deve la vare le magliette a chi è chiamato a stare trenta minuti in campo, perché, per dirla alla Paccariè, “il fine ultimo è sempre quello che il pallone entri nel canestro, però noi che stiamo fuori dal campo dobbiamo fare in modo che il giocatore che si prende il tiro, sia stato messo nelle migliori condizioni possibili per poterlo segnare”.
“Giocatori che forse smetteranno prima degli altri perché un domani saranno professori, manager, consulenti, imprenditori anche grazie ai compagni con cui hanno vissuto e compiuto un’impresa che porta il nome anche di tutti gli atleti che prima di loro – il dirigente accompagnatore è un altro ex giocatore, Luca Sanguinetti – hanno fatto parte di un avveniristico progetto ideato, tra gli altri, dal presidente Abete, dal direttore sportivo Paolo Del Bene e dal compianto Gianni Delfini esattamente venticinque anni fa”, chiude invece Andrea Scuderi, che in una circostanza ha anche affrontato da ex la squadra di cui ora è dirigente, potendo alzare quella Coppa che da atleta aveva sognato qualche anno prima, cedendo solo a gara 5 con Cassino.
Qui Vigevano
Smaltita la delusione della sconfitta di una gara a lungo dominata come quella con la Luiss, in A2 – quattordici anni dopo l’ultima volta, ci torna Vigevano, l’unica tra le partecipanti della tre giorni estense a non aver vinto il suo girone di qualificazione. Era il 22 Maggio 2009 quando gli uomini di Gigi Garelli superarono 83-71 Latina, trascinati da 18 punti dell’indimenticato Matteo Bertolazzi, nella gara 4 della finale playoff al PalaBasletta valida anche come titolo di Campione d’Italia dilettanti.
Lo aveva chiuso al secondo posto il gruppo A la squadra allenata da coach Paolo Piazza (che non sarà alla guida del team nella prossima stagione), ma andando subito a prendersi il fattore campo nella gara 1 della serie con la Libertas Livorno, che di quel girone era invece al comando alla vigilia dei playoff. Uno scalpo che i gialloblù hanno poi saputo difendere tra le caldissime mura amiche, in tempo per festeggiare l’ultima vittoria prima dell’abbattimento e rifacimento dello storico impianto conosciuto anche come Palestra Carducci. Una palestra che non era omologata nel 2009, quando la Nuova Pallacanestro Vigevano centrò la promozione in A2 e fu costretta ad emigrare a Novara, 40 km che di certo non fermarono la passione incredibile dei propri tifosi. La “Salonicco d’Italia” spinge la Miro Radici Finance addirittura al sesto posto ed una storica qualificazione ai playoff nell’anno del matricolato, cedendo solo 3-2 a Reggio Emilia, ma in tempo per sfidarla nel nuovo palazzetto nel frattempo ultimato e che stavolta permetterà alla NPV di giocare fin da subito a casa propria il secondo campionato nazionale.
Derby di Legadue con Pavia vinto nel 2010
L’abbandono del main sponsor, però, e l’assenza di aziende pronte a subentrare, addensano nubi sul futuro di un club che sarà costretto, dopo appena una stagione, a dire addio alla Legadue dell’epoca.
Di fronte all’amore per i propri colori, però, non c’è categoria che tenga e nel 2012 gli Ultras Vigevano ‘07 e la A.s.d. Nuovo Basket Vigevano annunciano la loro collaborazione col chiaro intento di dare uno stimolo concreto al possibile ritorno di Vigevano nel basket che conta. Il PalaBasletta, a questo punto, torna ad essere prima di tutto un luogo di aggregazione sociale in cui incontrare e divertirsi con gli amici di sempre, prova ne sono i 250 spettatori di media durante la stagione che diventano quasi quattro volte tanto nella semifinale playoff contro la Pavia rivale di sempre. Un derby che fino ad un paio d’anni prima si giocava in Legadue, davanti ad un pubblico ed un’ atmosfera degne di categorie decisamente superiori alla Prima Divisione, ma che trova comunque spazio, in onore e ricordo dei bei tempi passati, sulla stampa locale ed anche qui media che avevano accantonato la pallacanestro lomellina post-fallimento. Non sarà la Serie A, ma la società in cui hanno allenato Valerio Bianchini e Piero Pasini, Gianni Asti e Dido Guerrieri, Dodo Rusconi e Arnaldo Taurisano è ripartita, anche se forse non sa ancora di aver dato vita ad una nuova ed entusiasmante corsa.
Le basi sono poste, il progetto è aperto a chiunque abbia intenzioni ed idee per far crescere il progetto ed accelerare il ritorno di Vigevano a latitudini consone al proprio blasone. Dal contatto con la CAT Basket Vigevano scaturisce la voglia di unire le forze per non disperdere, anzi rafforzare il lavoro svolto nel campionato del primo anno senza professionismo. Una identità di vedute che porta ad un percorso comune con i colori gialloblù ed un nome che fuga dubbi e fraintendimenti, né può lasciare indifferenti gli appassionati: dalla collaborazione tra Nuovo Basket Vigevano, CAT Basket Vigevano e gruppo Ultras Vigevano ’07 nasce la Nuova Pallacanestro Vigevano 1955. La stessa diventerà subito ASD Nuova Pallacanestro Vigevano e parteciperà al campionato di Serie D, con lo stesso stemma della Prima Divisione.
Palestre scolastiche non abituate ad ospitare grosse fasce di pubblico vengono letteralmente invase dalla folla gialloblù, che è il vero valore aggiunto in una rinascita che si prospetta subito solida e veloce. La finale di Serie D del 4 Giugno 2014 vinta 2-0 con Luino vale la promozione in C regionale, che la NPV 1955 vince al primo colpo, chiudendo la stagione regolare al primo posto e staccando il pass per la C Gold.
Il massimo campionato regionale lombardo si conferma un duro scoglio verso il ritorno nei campionati nazionali, tanto che la stessa Vigevano deve arrestare momentaneamente la sua corsa, perdendo prima in gara 3 la finale con Iseo e poi fermandosi già un turno prima, sempre alla bella, con Olginate.
L’apprendistato, però, rende i suoi frutti e nel 2018 Vigevano stavolta chiude addirittura imbattuta la C Gold sotto la guida nel frattempo di coach Paolo Piazza, tecnico che riuscì nella medesima impresa nel 2010, in una C ai tempi ancora nazionale, vincendo 40 partite su 40 tra campionato e Coppa Italia con la Piacenza di Mario Boni e Hugo Sconochini. L’ultima partita con Saronno è quella che vale l’accesso al campionato di Serie B 2018-19.
Al debutto nel campionato cadetto, Vigevano si spinge addirittura in semifinale ed è ben posizionata (2^ nel girone B2) anche l’anno dopo, quando il Covid costringe tutti ad abbandonare anzitempo la stagione, mentre nel campionato 2021-22 arriverà un’altra prestigiosa partecipazione ai playoff, stavolta uscendo al primo turno. Il club gialloblù prosegue sulla scia della tradizione, crescendo e consolidandosi stabilmente in ogni categoria, tanto da arrivare già lo scorso anno a giocarsi la promozione in A2, cedendo a gara 5 sul parquet di Cividale, che a sua volta si era arresa all’ultimo atto un anno prima con Fabriano.
C’è dispiacere, ma non delusione. Anzi, affiora forte la consapevolezza di poter essere pronti per un ulteriore grande salto, con Filippo Rossi e Jacopo Mercante abbracciati sulla panchina ad osservare la festa dei friulani, ma pronosticando già un successo che infatti non tarderà ad arrivare. E’ da loro che si riparte, insieme a Michele Peroni e chiaramente coach Piazza, nel segno di un gruppo che dà subito segnali della sua forte coesione in campo e fuori. Anche in questo caso, come già detto della Luiss, non mancano gli infortuni, come quello di Mercante che, unito ad un momento di leggera flessione generale, costa la sconfitta con Orzinuovi nella semifinale di Coppa Italia.
A qualche mese di distanza, la Poule Promozione offre l’occasione della rivincita nel senso più sportivo del termine, con la NPV che stavolta vince con merito sugli uomini di Calvani e si garantisce un primo match-point con la Luiss, che davvero sembra materializzarsi quando Broglia e compagni si spingono fino al +18. Si ferma, però, anche D’Alessandro ed è il danno che si aggiunge ad una beffa maturata dopo un tempo supplementare, ma finisce per cementare ancora di più un team che sa di avere il destino nelle proprie mani nell’ultima sfida con Rieti, senza dover dipendere da altri fattori. Ironia della sorte, le due squadre sono di nuovo di fronte a quasi 50 anni dal 29 Giugno 1973 in cui fu la Brina di Dado Lombardi ad imporsi 55-44 sulla Ivlas Vigevano nello spareggio promozione di Pesaro per un posto in serie A. D’Alessandro (che con Pasqualin era la beata gioventù di quella Cento promossa nel 2018 a Montecatini) c’è anche se non è della partita, e la “decide” già negli spogliatoi con un discorso che infonde fiducia ai compagni, spianando la strada verso una vittoria probabile, vista anche l’assenza di stimoli di Rieti, ma non così scontata.
L’apporto dei tifosi, come sempre, è encomiabile: sono quasi in 900 a spingere la squadra nella sfida decisiva, per festeggiare un traguardo che riporta Vigevano in A2 quattordici anni dopo l’ultima volta ed è ora ad un ultimo passo da quella Serie A assaporata per una stagione nel lontano 1978-79.