Per la prima volta dopo tanto tempo, ho un’estate libera da impegni davanti a me.
Dal 2008, con la prima volta in Under 18, fino alla bellissima esperienza ad Eurobasket 2015, passando per l’argento europeo con l’Under 20 e la Sperimentale, non ho praticamente mai avuto tempo e modo di avere due mesi interi per tirare un po’ il fiato.
Molti però credono che questo significhi due mesi di party in piscina, serate folli in discoteca, Formentera, Miami, Ibiza. Ma non è così, almeno non per me. Mi sono dato degli obiettivi ben precisi per questa estate, obiettivi che però si possono racchiudere in un concetto abbastanza semplice: lavorare su me stesso. Per un atleta professionista quale ho avuto la fortuna (e bravura, dai!) di diventare, il corpo è il bene più prezioso, per cui lavorarci per mantenerlo nelle migliori condizioni è fondamentale. Per questo, il lavoro estivo, pur sottovalutato, è cruciale. Pensate ad un’estate intera sotto l’ombrellone, a bere birra e non alzare un dito. Mi piacerebbe eh, non lo nego. Poi però il 18 agosto, al raduno di inizio stagione di Reggio Emilia, mi raccoglierebbero col cucchiaino!
Ovviamente, un piccolo periodo per liberare la mente è necessario dopo una stagione lunga e dispendiosa come quella di quest’anno, che ci ha portato a giocare 65 partite ufficiali e a finire il 13 giugno con gara 6 di finale scudetto. Dopo un paio di giorni, il tempo di salutare tutti tra cene e feste, ognuno ha preso la sua strada e io sono tornato a Porto San Giorgio, nelle Marche, che ormai per me è diventata una seconda casa. Qui ci sono i miei amici e poi c’è il mare, forse l’unica cosa che mi manca davvero a Reggio (anche se la mia ragazza non concorda!). Per un paio di settimane ho voluto staccare completamente la spina, cercando anche di evitare posti e persone con i quali parlare di pallacanestro. Ne avevo bisogno, come dicevo sono otto anni che praticamente non mollo un attimo e stavolta mi sono voluto prendere del tempo tutto per me. Un po’ di relax in spiaggia, qualche partita a beach volley (niente calcio e calcetto, sono un disastro), qualche giorno con mio fratello Valerio a Pescara, cose così, niente di folle!
Ora però è tempo di rimettersi in moto e di iniziare a lavorare sia sulla parte fisica che su quella tecnica per cercare di migliorare ancora e smussare i difetti che ho. Per la prima, fortuna vuole che qui a Porto San Giorgio ci siano un grande professionista come Matteo Boccolini, preparatore atletico della Dinamo Sassari, che qui vicino ha il suo centro professionale. Insieme a Emanuele Tilibetti, preparatore atletico di Reggio, stanno concordando la scheda di lavoro da farmi fare e che inizierò a breve. Ancora non so di preciso cosa metteranno dentro, ma suppongo molto lavoro per la parte bassa del corpo e all’aperto: quindi corsa, scatti, allunghi cose così. Ma anche qualche seduta di pesi non mancherà. È bello che ci sia questo tipo di collaborazione anche tra società concorrenti come Sassari e Reggio, nessuna delle due ha posto alcun tipo di veto a questo interscambio.
Per l’aspetto tecnico, fra qualche giorno mi raggiungerà Devis Cagnardi, il nostro viceallenatore. È in zona per sue questioni private e allora ne approfitterò per portarlo a cena in qualche ristorante che conosco! Sì vabbè, poi anche per parlare di esercizi e lavori da fare. A darmi una mano ci saranno mio fratello Valerio e mio nipote Michele Serpilli.
Con loro due è divertente e stimolante lavorare, ma anche a livello “pratico” sono delle spalle fondamentali, in particolar modo per i tempi di recupero. Pensate ad una sessione di tiro: un conto è fare delle serie in successione con pochissimi periodi per rifiatare, un conto fare “recupero attivo” prendendo rimbalzi o passando loro la palla. D’inverno, tra l’altro, non c’è granché modo di allenare il tiro in maniera particolare, a parte qualche sessione con gare o esercizi ad obiettivi. Il lavoro di squadra è preponderante, ci sono partite in successione da preparare e poco tempo per curare i nostri difetti individuali. Tra tattica, stretching, terapie e viaggi… Poi voglio curare anche gli altri difetti del mio bagaglio tecnico: ball handling, uso della mano destra, gioco in post basso, tutti aspetti da affinare se voglio diventare un giocatore migliore.
L’estate è anche la stagione del campetto e dei tornei all’aperto. Qualche volta per scaricare un po’ il lavoro in palestra vado a giocare con gli amici in maniera molto rilassata, ma in generale quando ho scelto di fare del mio meglio per diventare un giocatore professionista ho deciso di rinunciare a queste cose. Fino a 18 anni facevo tutti i tornei possibili ed accettavo tutti gli inviti alle partitelle, che fossero ad Ancona, a San Benedetto del Tronto o a Porto San Giorgio. Adesso no. Il rischio di farsi male è troppo alto e se dovesse succedere qualcosa la società non credo la prenderebbe bene. Un sacrificio, ma devo mettere da parte qualcosa per cercare di raggiungere i miei sogni.
Tra questi c’era anche quello di tornare a far parte della Nazionale, il che avrebbe stravolto tutto questo programma. Peccato che non sia andata come speravo, ma non ho rammarico per le scelte di coach Messina, le rispetto in pieno. Mi è dispiaciuto soltanto il modo in cui sono venuto a sapere che non sarei stato del gruppo. Sabato 18 giugno ero a Pescara a cena con la squadra di serie B dove gioca mio fratello. Sapevo che avrei dovuto raggiungere il ritiro di Bologna lunedì 20 alle 12 per aggregarmi insieme agli altri di Reggio e Milano, per cui mi stavo rilassando senza particolari pensieri. Verso le 23, a fine cena, mi scrive il mio amico Vanni: “Mi dispiace per la mancata convocazione, vorrà dire che mi vieni a trovare in Puglia!”. Sono caduto dalle nuvole. Entro su Twitter e leggo che Messina aveva diramato la lista dei 16 subito dopo la Trentino Basket Cup. Ci sono rimasto male perché abbiamo giocato l’ultima partita il 13 giugno e il giorno dopo il nostro direttore sportivo, Ale Frosini, aveva chiesto conferma alla Fip per la convocazione e da lì in avanti nessuno mi ha fatto sapere più nulla. Poi ovviamente mi è dispiaciuto anche non potermi giocare per niente le mie carte. Non avevo la pretesa di essere nei 12, ma almeno di far vedere cosa so fare. Ripeto, accetto serenamente la decisione. Però una telefonata la potevano fare… Non ci sarebbe neanche da ribadire il fatto che in ogni caso farò il tifo per gli Azzurri! Non sarò a Torino ma mi incollerò davanti al televisore per tifare per questo gruppo super del quale ho avuto il piacere di essere parte la scorsa estate. Non andiamo alle Olimpiadi dal 2004, sarebbe magnifico farcela!
[Poco spazio la scorsa estate a Eurobasket 2015, ma di materiale per gli highlights ce n’è]
Insomma, lunedì comincia il Preolimpico e comincio pure io a lavorare, tutti i giorni fino al venerdì, mattina e pomeriggio, con riposo nel weekend. Sotto per un mesetto, poi a fine luglio stacco per una settimana. Vado in vacanza in Sicilia da degli amici, ma poi mi rimetto sotto con tiri e scatti. Il 18 agosto si ricomincia e non è che sia tanto lontano…
a cura di Achille Polonara
articolo nato da una chiacchierata con Marco Pagliariccio
(disegno di Polonara in copertina, a cura di David Agapito)