All’ennesimo capitolo della sua avventura NBA, Marco Belinelli sta scoprendo un uno scenario ancora nuovo dopo 11 stagioni.
La situazione attuale degli Atlanta Hawks (1-6), salvo sconvolgimenti, difficilmente si rivelerà migliore della passata stagione con gli Hornets (36-46) e sembra addirittura destinata a concludersi anche peggio di quanto fecero i Sacramento Kings del 2015/16 (33-49).
La verità è gli Hawks, dall’arrivo di coach Budenholzer, per la prima volta si trovano in una completa modalità ricostruzione, per non dire quasi del tutto orientata al tanking in ottica futura.
Assieme a Schroder, Belinelli è infatti l’unico giocatore su cui le difese avversarie dovranno preparare qualche accorgimento difensivo visto che il resto del roster, volendo usare un eufemismo, è a dir tanto modesto.
Resta il fatto che, seppur continuando ad uscire dalla panchina, il Beli si sta affermando nel ruolo di seconda opzione offensiva per Atlanta come dimostrano i 14,6 punti a partita (career high per il momento) facendo registrare al contempo delle percentuali di tiro davvero altisonanti se inserite all’interno di un contesto poco più che mediocre come quello degli Hawks.
Ad oggi, per Belinelli, le cifre messe a referto indicano una percentuale complessiva di tiro superiore al 45% (seconda solo al 48% nell’anno del titolo con gli Spurs) accompagnata da un incredibile 55% netto dalla lunga distanza che lo collocano tra i primissimi della NBA tra gli specialisti da oltre l’arco.
Nel grafico che segue sono illustrate le percentuali di tiro da ogni posizione per le gare della stagione in corso, consultabili interagendo con ogni singolo esagono evidenziato al passaggio del mouse.