disegno di Tatum di Paolo Mainini
articolo di Marco Crespi
grafici e stats di Fabio Fantoni
14 aprile 2012. La data di questo tweet.
La foto è più vecchia di almeno quattro o cinque anni prima. E’ una richiesta fatta in punta di piedi,una richiesta di “follow back”, accompagnata da qualche credenziale da una foto proprio con lui. Come se ci fosse dietro una seria preparazione.
Ispira tenerezza guardarlo. Chissà quanti ragazzini ci hanno provato, o magari anche solo pensato, non osando fino in fondo. E chissà quante volte avrà guardato il suo smartphone per vedere se era successo: se il follow back c’era stato.
L’autore di quel tweet è Jayson Tatum. Scelta numero 3 del draft 2017. (Ma) qualcosa in più di una scelta numero 3.
Essere Speciale
Un anno a Duke. Poi, appunto, scelta numero 3. Voluta dai Celtics, che l’hanno scambiata con la numero 1. E questo è già qualcosa di non abituale, ma di speciale. Danny Ainge lo sceglie pensando già che Isaiah Thomas non vestirà più bianco-verde, e quindi significa ancora di più.
Ma adesso stop ad ogni ragionamento: andiamo in campo a guardarlo.
Tiro da 3 punti: 66 su 147: 45%. Al college tirava con il 34%. Il miglioramento è impressionante.
Un miglioramento che significa sicurezza per lui. La bellezza del gesto, un movimento sempre uguale tenuto anche dopo il tiro. Un tiro che si sente come un marchio.
E tirando con quella sicurezza, con quelle percentuali, partita dopo partita la difesa cerca di toglierti il tentativo da 3. E allora serve aggiungere qualcosa.
Il difensore corre incontro, la linea da 3 è sempre l’obiettivo: step laterale con la mano destra nella prima clip, con la mano sinistra nella seconda. Bellezza del gesto in abbinamento ad un timing che fa diventare il movimento essenziale.
E’ un tiratore da extra pass? Ha la qualità singola da specialista? No. Se il difensore è vicino, sa attaccare dal palleggio.
Con la mano sinistra, e con la mano destra. Movimento che appare così semplice, che quasi non ti accorgi della qualità delle esitazioni in palleggio. Perde la qualità di esitazioni di palleggio (nella prima) e lavoro di piedi, per rendere lo step back senza fatica (nella seconda).
3 punti e mid-range dumper. Un tiratore? No. Lui è uno che sa andare al ferro, senza fronzoli, senza prendere rincorse con abuso del palleggio: pulizia e verticalità.
Giocatore perimetrale che sta sempre fuori dalla linea da 3 punti? No. Sa attaccare in taglio, chiama e vuole la palla nel mezzo angolo, vuole giocare 1vs1 da quella posizione.
Usa il piede perno con la massima pulizia, usando il contatto per leggere cosa succede, e non per prepotenza fisica. Per poi (quasi) danzare per trovare il tiro: dopo un paleggio (nella prima clip), dopo più palleggi e contatti (nella seconda). Resistendo in maniera elegante.
Però fa tutto con la palla in mano fino ad ora… No. Fa anche senza palla attaccando da una esecuzione di squadra e da una lettura individuale, con personalità ed energia per punire e per finire sopra il ferro.
Con la palla e senza palla: Jayson sa attaccare in ogni modo. Guardate in questa clip.
Attacca dal palleggio: non trova vantaggio, rimane in controllo, passaggio semplice di alta qualità, rimane attivo nel gioco,gioca senza palla insieme a chi attacca, e finisce con un canestro da 3 punti. Jayson ha senso del gioco.
In questa clip evidenziamo l’essenza del suo gioco: attaccando dal palleggio fa un passaggio “creativo” perché è quello che serve in quella situazione. Poi si apre senza palla, rimanendo attivo e, con gli occhi, seguendo lo sviluppo dell’azione e prevedendo quello che potrà succedere. Ricezione, lettura e tecnica individuale per chiudere con una canestro che può essere accompagnato solo da un “Ma come sa giocare….”
E quando la partita si decide? In the clutch?
Prima decide di bloccare per prendere vantaggio e finisce con una schiacciata sopra a tutti. Poi è pronto a chiudere da 3 da una palla che a sorpresa finisce nelle mani dei Celtics.
Facciamo un riassunto: tiro da 3 punti, battere chi vuole negare il tiro da 3 sia da dietro la linea che fermandosi in un mid-range jumper, sa concludere sopra il ferro schiacciando e trasmettendo emozione, sa giocare 1vs1 in avvicinamento, ha gioco senza palla, sa combinare l’attaccare con la palla e senza palla, insieme agli altri e in the clutch.
Quindi è ancora più bello gustarsi questi due 1vs1 con trattamento creativo di alta qualità.
A bocca aperta, accompagnato dall’ooooohhhhh del pubblico.
Efficienza non da rookie
Il percentile andando al ferro è normale. Jayson è pur sempre un rookie e non un giocatore d’area, e quando lo vedi avanzare e andare al ferro, spesso dopo un errore, la spontanea reazione è “Questo arriverà presto a segnarlo, e lo farà quasi sempre”.
Le percentuali del mid range jumper e da 3 punti, impressionano, come impressiona la sua efficienza. Guardiamo ad un gruppo di rookie, di ogni tipo: dall’Europa (giovani e campioni già affermati) e dal college (dopo un solo anno e dopo quattro anni). Numero di tocchi a partita: quanto tempo con la palla in mano per ogni tocco. E quanti punti per ogni tocco.
Il pallino pìù grande è quello di Jayson. Numero di tocchi non da prima opzione e nemmeno da abuso di possessi. Ha un’efficienza da Giocatore Speciale, non proprio da rookie…
Danny Ainge ha scambiato la scelta numero 1 per la numero 3, il suo obiettivo era lui, sapendo vedere qualcosa di speciale nel ragazzo di Duke.
In questo grafico qualche numero a confronto tra la stagione con coach K e quella con il genio di Stevens. Numero di possessi e Usage: a Boston ha un volume più significativo, e poi in NBA la percentuale da 3 e quella reale salgono. E salgono giocando ad un livello più alto, senza essere il giocatore più importante della squadra, ma mostrando – attraverso l’elegante e continua efficienza – di saper giocare meglio con e contro i più bravi.
Danny Ainge ha deciso che per ricostruire si può partire dal draft (Philadelphia e Lakers come esempio) oppure dalla combinazione tra free agency (avendo il coraggio di rinunciare all’idolo di Boston, Thomas) e draft. E avere come capi giocatori due che possono con certezza esserlo (Irving e Horford) aiuta anche chi è un Giocatore Speciale come Jayson.
Tatum è solo sesto per numero di tocchi nei Celtics, guida – appunto – la coppia di leader Irving&Horford. E’ più semplice o complicato giocare con un numero di tocchi “normale” (poco più di 41)? Nè più semplice, né più complicato, è differente.
Il volume di gioco comparato a quello di Lonzo e Simmons è molto differente. E quando i possessi aumentano puoi diventare più prevedibile (e la versatilità di Jayson, sapendo attaccare in tante situazioni di gioco, aiuta a non esserlo) e a disperderti un po’ in un volume troppo grande oggi. In più, quando i capi giocatori (o meglio i giocatori con più numero di tocchi) sono Irving e Horford, piuttosto di Mc Connell e Embiid, non è proprio la stessa cosa e allora la visione di Danny Ainge, e la conseguente scelta coraggiosa, sono da applaudire in piedi.
Quel bambino…
Lo abbiamo guardato e continueremmo a guardarlo. E lo abbiamo analizzato con i numeri.
Beh il bambino di quella foto, il bambino che twittò in quel modo, è proprio Speciale. Da amare.