A maggior ragione dopo la vittoria di Natale contro gli Houston Rockets (seppur privi di Chris Paul), ad Oklahoma City stanno cominciando ad intravedere quello che in estate sembrava essere il progetto per tentare di contrastare i Golden State Warriors.

Come noto, l’inizio di stagione dei Thunder non è stato esattamente quello che la dirigenza ed i tifosi si aspettavano.
Gli equilibri offensivi tutti da scoprire per gestire i nuovi Big3 sono stati il grattacapo numero uno da smarcare per coach Donovan che, solo recentemente, pare avere trovato un sistema per ottenere il massimo dalle sue tre superstar.

In questa nuova configurazione di OKC, passata dall’addio di Kevin Durant all’arrivo di Anthony e George, c’è una costante che ha sempre sorretto la squadra e non è necessariamente Russell Westbrook, lui stesso coinvolto nel processo di adattamento di questa stagione.

Qualche indizio?
Baffi… e che baffi!

Steven Adams si sta confermando come uno dei giocatori più solidi di tutta la NBA a maggior ragione se si pensa che è di fatto la quarta opzione della squadra.
Le cifre in senso assoluto non sono strepitose (13,7 punti e 8,9 rimbalzi), ma se si spulcia un po’ in profondità ci sono alcuni numeri che risaltano parecchio come ad esempio il Player Efficiency Rating (PER) a quota 21,56.

Il livello di intensità che il neozelandese mette sul parquet è difficilmente condensabile nelle statistiche ma, anche grazie alla magia del Natale, usando la macchina del tempo per fare un confronto storico, c’è un dettaglio davvero particolare che vede Adams come numero uno assoluto di sempre.

Nel grafico (da mobile, orientamento orizzontale) sono rappresentati i giocatori col maggior numero di rimbalzi offensivi per gara che però nella stagione in esame non hanno superato la media di 10 rimbalzi complessivi.

Adams è primo sia in senso assoluto (altezza istogramma) con 5,1 rimbalzi offensivi sia per quanto riguarda la loro percentuale rispetto al computo totale (57,2%) che potete consultare passando con il cursore sulle “torte” in cima alle singole barre (in verde la % di rimbalzi offensivi contrapposta a quella dei difensivi in arancio).

Gli amanti delle statistiche noteranno che Dennis Rodman compare ben tre volte; il che potrebbe destare qualche sospetto visto che, come detto, si stanno considerando solo risultati stagionali con al massimo 10 rimbalzi di media quando invece “The Worm” è noto principalmente per tutti i titoli di miglior rimbalzista dell’anno.
Nessun mistero: come potete scoprire interagendo col grafico, le tre stagioni in questione corrispondono alle prime in cui è diventato parte integrante dei Bad Boys di Detroit senza essere ancora la macchina da rimbalzo che tutti abbiamo potuto ammirare negli anni a seguire.

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Fabio Fantoni

Nonostante sia stato una delle più grandi promesse della storia, quando si parla di basket sono decisamente più dominante davanti ad un computer. Specie se "do i numeri"

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