Fast trajectory è un termine che si usa spesso nelle compagnie statunitensi per indicare la progressione di un dipendente che si sta distinguendo dagli altri, dando prova del poter avanzare nella propria carriera a passo piuttosto spedito.
Le franchigie NBA altro non sono che aziende a stelle e strisce a tutti gli effetti e ragionamenti di questo tipo devono averne fatti eccome quando hanno provinato e considerato per la loro scelta al draft Kristaps Porzingis, giovane lettone di 2.16 m per 105 kg.
Sensazionale è stata la sua ascesa nei giorni immediatamente a ridosso della lotteria e, generally speaking, l’espressione usata in apertura si addice non poco alla sua parabola in toto: stiamo parlando infatti di un ragazzo nato nel 1995.
Per avere un termine di paragone, quando ormai due anni fa l’Italia guidata da uno scatenato Amedeo Della Valle si metteva al collo la medaglia d’oro ai campionati Europei U20 contro la nazionale lettone, Kristaps non era nemmeno a referto dal momento che era impegnato nella medesima manifestazione, ma di una categoria d’età inferiore (U18).
Fu proprio in quell’occasione che il nostro diede il meglio di sé con indosso la canotta color borgogna della nazionale ed iniziò a farsi notare.
Due estati dopo, mentre in Italia ci sorprendiamo in positivo di come ADV8 (di due anni più grande) abbia consistentemente trovato spazio in una finale di Serie A, Kristaps approda nella Grande Mela.
Step back: data la giovanissima età, potrebbe sembrare che il ragazzo sia arrivato a fare il grande salto senza la necessaria dose di gavetta. Niente di più lontano dalla realtà.
Nell’estate 2010, accompagnato dal fratello, Kristaps partì dalla sua Liepāja alla volta di Siviglia dove, essendosi visti recapitare come tante altre società in Spagna ed in Italia video dimostrativi sul potenziale di questa giovane PF/C, si erano decisi ad invitarlo per un tryout a fine selezione di qualche aggiunta straniera alla propria cantera. Già sopra i due metri (2.03 per la precisione) ma con un peso sensibilmente diverso da quello odierno (71 kg!), in quella tre giorni roja Porzingis soffrì in maniera smodata il caldo, accusando problemi di respirazione e sonnolenza. Convinto che questi ultimi avessero inficiato le sue chances di apporre la firma su qualsiasi tipo di contratto, fu molto sorpreso dal fatto che, nonostante tutto, era riuscito a guadagnarsi una possibilità. Inmaculada Avivar, nutrizionista societaria, diagnosticò una marcata anemia, ma non sarebbe stata di certo quella a fermare il giovane lettone: una costante nella storia di questo ragazzo è il suo saper dare il giusto peso alle chances ricevute (dai vari tornei Ciutat de L’Hospitalet o Nike International Junior a quelle future su palcoscenici ben più prestigiosi), per sfruttar le quali farebbe davvero di tutto.
Avido osservatore dei filmati che lo riprendono sul parquet (abitudine maturata coi fratelli e sempre conservata), il nostro ha infatti un chiodo fisso: migliorare, migliorare e migliorare per capitalizzare al meglio le occasioni ricevute.
Fast forward: 6 Aprile 2014. I tifosi del Real Madrid tributano una standing-ovation ad un tignoso ragazzino appena uscito per 5 falli. Pur avendo dinanzi a sé una compagine come quella del Real Madrid, Porziņģis non si fa intimidire e mette a segno un career high di 20 punti, condito con due bombe. A far notizia più di tutto, però, il suo commento: “Sono andato piuttosto bene in attacco ma non sono soddisfatto: non ho preso rimbalzi ed avrei potuto difendere meglio”. Si diceva di perfezionismo, willingness to improve e consapevolezza dell’importanza delle opportunità ricevute. Se a questi ingredienti si unisce il fatto che, dalla stagione precedente, la prima squadra fosse poi in mano ad Aíto García Reneses, che in passato aveva avuto modo di malleare e formare talenti quali Pau, Juan Carlos, Ricky e Rudy, la ricetta fa ben sperare.
“Boooooooooooooooo” – E’ questa tipicamente l’accoglienza riservata dai tifosi dei Knicks alla loro chiamata al draft. Se poi il giocatore selezionato dovesse essere un europeo, apriti cielo.
Ciò nonostante, però, i New York Knicks hanno deciso di puntare su Kristaps con la loro chiamata #4.
Phil Jackson: “We felt the risk/rewards were the greatest with this guy, perhaps, than the whole lottery.”
e ancora
“I think our fans are going to like him. The reaction of the crowd is what you anticipate in New York.”
Se un vincente come Phil Jackson si prende un simile rischio, che probabilmente decreterà definitivamente il come verrà bollata la sua esperienza newyorkese, qualcosa vorrà pur dire.
Dopo iniziali voci che avevano fatto trapelare il malcontento della stella Carmelo Anthony a
proposito del tipo di scelta messa a punto dalla dirigenza dei Knicks, lo stesso Melo su Instagram ha voluto poi mettere le cose in chiaro, aspettando a dare per sepolto un ragazzo così giovane senza avergli dato neanche una chance di dimostrare il proprio valore.
Readiness. Riuscire a scrollarsi di dosso la preventiva etichetta di ‘bust’ o Darko non sarà un processo immediato o semplice. I paragoni (inclusi alcuni con il nostrano Andrea Bargnani) e le reazioni estreme si sprecano… I tifosi arancioblu però potrebbero trovarsi a dover rivalutare la loro presa di posizione, soprattutto alla luce della passione e della determinazione che caratterizzano questo ragazzo. Quando gli è stato chiesto cosa lo eccitasse di più pensando alla prospettiva di approdare a New York e nella lega più prestigiosa del mondo, Kristaps ha infatti risposto così:
“La possibilità di andare ad allenarmi in palestra quando voglio, anche di notte”.
Una risposta decisamente interessante ed atipica; un aspetto che in Spagna soffriva parecchio, infatti, era il dover condividere il campo e le relative attrezzature con squadre di altre discipline, e l’esser guardato storto o strano quando chiedeva di vedersi aprire la palestra per una sessione di tiro. E per ‘sessione di tiro’ non si intende un blando shootaround per tastare i ferri, ma due ore di intensità con un ammontare di conclusioni tentate tra le 1000 e le 1500, tanto da non sentire più il braccio destro per lo sforzo.
“Non dovrò più chiamare il custode per aprire e perder tempo con lunghe ed inutili
negoziazioni con la società: a dire il vero non vedo l’ora!”.
In aggiunta, un fattore da non sottovalutare è la sua padronanza fuori dalla norma della lingua inglese, che per quanto apparentemente marginale puo’ invece essere un aspetto che sposta relativamente all’integrarsi ed adattarsi.
E nel caso in cui, nonostante i punti snocciolati poco sopra, qualcuno avesse ancora dubbi sulla sua NBA readiness, ecco cosa ha risposto pochi giorni prima della lotteria ad un cronista che gli domandava chi avrebbe scelto come commensali al proprio tavolo, se avesse potuto selezionare tre persone con cui andare a cena:
“Rihanna, insieme a Jay-Z e Beyonce. Tipo doppio appuntamento… No?”
Tenetevi pronti… Di questo ragazzo ne sentirete molto parlare.