Quasi un mese è passato dalla stempiata di Godìn e dai denti di Suarez, crude immagini che ci hanno fatto maledire e odiare questo paese, una volta ancora. Archiviato il Mondiale dello sport minore per eccellenza, appurato che nella vita esistono problemi più gravi del Costarica (oddio… non doveva essere un problema neanche il Costarica, ma tant’è), mi sembra giusto citare alcune motivazioni che potrebbero spingervi di nuovo ad esultare nella magica barca del Tricolore, in attesa di vedere quello che farà la nostra Nazionale Maggiore. Sì, perché siamo bravissimi a salire sul carro dei vincitori. Abbiamo tutti i difetti del mondo, ma siamo bellissimi.
BASKET IN CARROZZINA – Ogni volta che gioco ad “Horse” (“Asino”, per intenderci) con gli amici, sfoggio uno dei colpi peggiori del mio repertorio, il tiro da seduto: e ogni volta che non prendo il ferro penso a questi ragazzi, che da seduti sono costretti a tirare, per la vita. La FIPIC (Federazione Italiana Pallacanestro In Carrozzina) è un movimento che in Italia è considerato come i diritti dell’uomo in Birmania, ma che sta vivendo un periodo di rapida ascesa: il mondiale di Incheon, in Corea del Sud, ne è stato la prova. I ragazzi di Coach Cappelletti hanno sofferto una prima fase difficile, spazzando poi via la Colombia e, udite udite, gli STATI UNITI. Sì, quelli lì, esatto. Da qui in avanti, il delirio: in 7 giorni, 75 articoli da 24 testate diverse, fra cui la Gazzetta, il Corriere e la sempre monotematica Tuttosport. Il sogno della medaglia si infrange contro la Spagna, ma la vittoria contro i padroni di casa vale comunque un 5° posto mondiale che nessuno, compreso Capitan Cavagnini, poteva aspettarsi. Cavagnini, Biaggi, Rossi, Nibali: dateci due ruote, dominiamo.
OLD SCHOOL IS GOOD SCHOOL – Parlare di sport con mio padre è più frustrante di un party senza birra. Comincia esaltando la sua Juve, ricorda quando faceva parte della nazionale juniores di pallamano, giocava pure a basket: “Sarai pure un giocatore di serie D, ma non ti ha mai allenato uno come Bucci.”
Alberto Bucci in carriera ha vinto tutto: scudetti, coppe italia, una supercoppa italiana e un tumore all’intestino, soprattutto, nel 2011. Dopo i fasti bolognesi degli anni ’90, l’ex spalla di Franco Lauro (vabbé… lo volevo dire) si occupa da 6 anni dei “ragazzi” del maxibasket, le nazionali over. Da 6 anni gli Over 45 pigliano tutto. Campioni d’Europa a Pesaro nel 2008, oro ai Mondiali di Praga nel 2009, fino al primo posto degli Europei di Ostrava, qualche giorno fa. L’Italia A di Pino Corvo & Capone ha battuto nel derby di semifinale l’Italia B di Gray & Morandotti (poi bronzo), prima di far vedere i sorci verdi, e i capelli bianchi, alla Russia. Il record di Bucci è pianigianesco: dal 2008 in poi recita un umile 84/94 (89,3%). Dalla Repubblica Ceca sono arrivati il 4° posto per gli Over 40 di Mayer & Corvino, e la medaglia di bronzo anche per gli Over 50 di Bullara & Carera, ottenuto senza la propria punta di diamante, Mario Boni, ma sempre con Albertone in panchina. L’impressione è che questi si toglieranno ancora tantissime soddisfazioni. Fin quando le scarpe non li appenderanno ai chiodi.
RAGAZZE ALLA RISCOSSA – Dulcis in fundo, due parole anche sul basket femminile che per i luoghi comuni cestistici è sinonimo di pochezza tecnica, inguardabilità, Vignali, ma che in realtà è assolutamente capace di emozionare, anche senza usare le mani. Torno a casa, per esempio, accendo per caso su Rai Sport. C’è un Palasport di legno che mi sembra una baita gigante. Un po’ di gente, non tantissima. Sono a Ragusa, c’è l’Italia pari 56 alla fine del 3° quarto, contro la Lettonia. Il cronista, ovviamente in solitaria, non fa che ripetere “un quarto per le speranze azzurre” “L’Italia deve vincere, per qualificarsi ad Euro2015”. Ovviamente le lettoni nel girone sono ancora imbattute, e provano a scappare negli ultimi 10′. Confesso, ho una minima tentazione di cambiare canale. Poi ci sono Francesca Dotto, che si prende la squadra sulle spalle, Raffaella Masciadri, una sentenza dall’arco, Giulia Gatti, chirurgica. Si vola! 73-61, 78-64 con la bomba di Dotto, che chiude un parziale di 22-4.
Finisce 83-68, le azzurre braccia al cielo: la prossima estate giocheranno gli Europei in Bulgaria. E mentre l’under 20 maschile arranca all’europeo di Creta – ha perso lo spareggio con Israele, giocherà le finaline dal 9° al 12° posto -, quella femminile diverte ed emoziona all’europeo di Udine, trascinata da Elisa Penna e Ilaria Milazzo, chiudendo con un bellissimo bronzo. Sì, l’ho sempre detto, e avete ragione: siete meglio di noi! Ma non vi presterò mai le chiavi dell’auto…