di Marco Pagliariccio
foto di Eurolega
Una creatura che si evolve anno dopo anno, l’Eurolega. Al quarto anno col nuovo format, quello stile campionato, la macchina del patron Jordi Bertomeu continua ad aggiungere pezzi, con lo sguardo rivolto alla NBA. Il passaggio a 18 squadre, con le wild card pluriennali a Villeurbanne e Bayern, significano quattro gare in più in calendario già fittissimo e quindi una presa di posizione sempre più chiara: quella di portare i top team europei a scegliere di gareggiare solo in Eurolega o di presentare roster diversi tra coppa e campionato (vedi più in basso la strada intrapresa dall’Olympiacos).
Ma sarà un’Eurolega sempre più americana soprattutto perché forse per la prima volta da tempo immemore i club europei sono riusciti ad attrarre più grandi nomi da Oltreoceano di quanti non siano partiti dalle nostre latitudini verso il mondo dorato della NBA. Quest’anno sui parquet europei, oltre ai “veterani” come Spanoulis, Shved, De Colo, Llull e via discorrendo, scenderanno Greg Monroe e Nikola Mirotic, Kosta Koufos e Omri Casspi, Luis Scola e Jimmer Fredette, Timofey Mozgov e Jonas Jerebko, eccetera eccetera. La conseguenza è stata un innalzamento del livello senza precedenti, almeno nell’ultimo decennio, e un equilibrio che si preannuncia ancor più esasperato rispetto alla passata stagione, quando la 12° classificata, Milano, finì ad una sola vittoria ad una sola vittoria dall’8° posto e a due dal 6°.
Vi presentiamo tutte le 18 pretendenti con movimenti di mercato in entrata ed uscita, teorico quintetto e coach alla guida, più una breve presentazione della squadra. Enjoy!
18. LDLC ASVEL VILLEURBANNE
Out: Alpha Kaba (Boulazac), AJ Slaughter (Siviglia), Mantas Kalnietis (Lokomotiv Kuban), Khadim Sow (Estudiantes), Miro Bilan (Sassari), DeMarcus Nelson (Bayern), Sofiane Briki (Saint-Charmond)
In: Edwin Jackson (Buducnost), Jordan Taylor (Limoges), Tonye Jekiri (Gaziantep), Rihards Lomasz (Ventspils), Antoine Diot (Valencia), Ismael Bako (Anversa).
Quintetto: Taylor, Jackson, Lighty, Jean-Charles, Payne.
Coach: Zvezdan Mitrovic (confermato).
Stagione 2009/2010. Non bastava un frizzante Bobby Dixon (non ancora Ali Muhammed) a trascinare l’Asvel di coach Vincent Collet oltre la prima fase di Eurolega. Nove anni dopo l’ultima partecipazione (e a tre dall’ultima volta di una francese, il Limoges), l’Asvel torna nell’Europa delle big grazie ad una wild card biennale dettata dai faraonici progetti di crescita messi sul piatto dal patron Tony Parker.
Sono lontani i tempi della qualificazione alle Final Four di Roma 1997, ma intanto l’importante è tornare ad esserci. Difficile pensare i francesi possano essere in lizza per un posto nelle prime otto, ma senza dubbio saranno una delle squadre più interessanti da seguire per il ricchissimo gruppo di giovani in rampa di lancio. Segnate in agenda il nome di Theo Maledon tra i candidati al Rising Star Trophy della stagione: la point guard classe 2001 è sui taccuini di tutta la NBA e con una bella campagna europea potrebbe finire ai piani altissimi del prossimo draft. Ma occhio anche all’ala Amine Noua, classe 1997, che ha atletismo e tiro da fuori per diventare un giocatore di altissimo profilo, e alla guardia lettone classe 1996 Rihards Lomazs, che dopo essere stato MVP del campionato del suo paese è alla prima esperienza lontano da casa. Certo è, però, che le fortune dell’Asvel dovranno passare necessariamente dai (pochi) veterani a disposizione: ma solo Jackson, Lighty, Payne e il nuovo arrivato Diot hanno esperienza in Eurolega alle spalle. Obiettivo fare miglior figura delle Darussafaka e Buducnost della passata stagione.
17. ALBA BERLINO
Out: Joshiko Saibou (Bonn), Bennet Hundt (Gottingen), Franz Wagner (Michigan), Dennis Clifford (Igokea).
In: Makai Mason (Baylor), Marcus Eriksson (Gran Canaria), Tyler Cavanaugh (Utah Jazz).
Quintetto: Siva, Hermannsson, Giedraitis, Sikma, Nnoko.
Coach: Aito Garcia Reneses (confermato).
Riuscirò il santone Aito a traslare lo splendido sistema del sua Alba al piano superiore? I berlinesi hanno incantato l’Europa nelle ultime due stagioni, raccogliendo però molto meno del seminato (quattro finali tutte perse). I vicecampioni di Germania hanno voluto però proseguire sulla strada tracciata senza stravolgere la struttura del team, puntellato appena da un paio di scommesse (il rookie Makai Mason e un Tyler Cavanaugh in cerca di rilancio dopo due stagioni NBA sottotono) e da un tiratore affidabile come Markus Eriksson. Peccato Franz Wagner abbia scelto la strada del college di Michigan (quello che fu del fratello Moritz) anziché quella dell’Eurolega, ma il gruppo resta sostanzialmente invariato: il tandem Siva-Hermannsson (con Peno a coprire le spalle) nel backcourt è a dir poco elettrizzante, Giedraitis ha fisico e tiro per essere un fattore ma tutti aspettano al varco l’MVP dell’ultima Eurocup Luke Sikma: il figlio del grande Jack ha visione di gioco fuori dal comune per un lungo e movimenti da ballerina in post basso, ma fisicità non proprio debordante e altezza limitata per il ruolo di 4 (i dati ufficiali dicono 203 centimetri generosi) sono i punti interrogativi sul suo possibile impatto tra i big d’Europa.
16. ZENIT SAN PIETROBURGO
Out: Sean Armand (Bahçesehir), Jalen Reynolds (Zhejiang Lions), Sergey Karasev (Khimki), Gal Mekel (Reggio Emilia), Andrey Desyatnikov (Khimki), Codi Miller-McIntyre (Cedevita Olimpia Lubiana), Marko Simonovic (Cedevita Olimpia Lubiana), Vadim Panin (free agent), Jarrod Uthoff (free agent), Philip Scrubb (Estudiantes), Evgeny Valiev (Khimki).
In: Colton Iverson (Tenerife), Andrew Albicy (Andorra), Anton Ponkrashov (Unics Kazan), Austin Hollins (Rasta Vechta), Will Thomas (Valencia), Alex Renfroe (Partizan Belgrado), Dmitri Khvostov (Lokomotiv Kuban), Andrey Zubkov (Khimki), Tim Abromaitis (Tenerife), Mateusz Ponitka (Lokomotiv Kuban), Gustavo Ayon (Real Madrid).
Quintetto: Albicy, Hollins, Ponitka, Thomas, Ayon.
Coach: Joan Plaza (confermato).
L’unica esordiente di questa Eurolega è una squadra che cinque anni fa non esisteva. Nata come costola del team di calcio, lo Zenit ha però scalato in fretta le gerarchie e Euroleague non è certo insensibile a una piazza come San Pietroburgo con alle spalle il colosso Gazprom e un budget complessivo salito da 15 a 26 milioni in una sola stagione. Per la prima volta tra i grandi, i biancoblu hanno rivoluzionato il roster attingendo a piene mani dal meglio della scorsa Eurocup. Ma la chicca è arrivata nella coda del mercato estivo, con l’ingaggio di Gustavo Ayon. Il messicano aveva dichiarato di voler lasciare il Real per tornare in NBA o in Messico e stare così più vicino alla sua famiglia. E invece…
Sarà ovviamente il faro del team di Joan Plaza, che però potrà contare anche su un Andrew Albicy e un Mateusz Ponitka rilanciati da un Mondiale di Cina nel quale sono stati grandi protagonisti rispettivamente per la Francia e la Polonia. E occhio ad Austin Hollins, uno dei protagonisti del miracolo Rasta Vechta: da una sua grande stagione passano probabilmente le ambizioni dello Zenit. A contorno ci sono tanti veterani come Will Thomas, Colton Iverson, Anton Ponkrashov e Andrey Zubkov: il mix è interessante e coach Plaza è abituato a fare tanto con poco. Mina vagante.
15. STELLA ROSSA BELGRADO
Out: Joe Ragland (Darussafaka), Marko Keselj (free agent), Dusan Ristic (Astana), Maik Zirbes (Cedevita Olimpia Lubiana).
In: Charles Jenkins (Khimki), Ognjen Kuzmic (Real Madrid), Derrick Brown (free agent), Lorenzo Brown (Gunagzhou Long-Lions), James Gist (Panathinaikos).
Quintetto: L. Brown, Baron, Perperoglu, D. Brown, Gist.
Coach: Milan Tomic (confermato).
Dopo la sorprendente sconfitta nella finale di ABA League 2018 contro il Buducnost che l’aveva costretta all’Eurocup, la Stella Rossa non ha fallito nel 2019 ed è tornata nell’Europa dei grandi. I biancorossi faranno al solito affidamento su un fattore campo con pochi eguali, mentre il roster è stato puntellato con diversi giocatori da (ri)lanciare dopo delle stagioni sottotono. Kuzmic aveva lasciato Belgrado come uno dei lunghi più forti d’Europa e ci ritorna dopo due stagioni di panchine scaldate e un terribile incidente da superare, Derrick Brown ha preferito un anno sabbatico dopo aver chiuso l’esperienza all’Efes, mentre Charles Jenkins torna per la terza volta in una società e in una città dove è amatissimo per il suo spirito goliardico e la sua applicazione difensiva. La pesca di Gist dal Pana dà sostanza al reparto lunghi, ma le chiavi saranno l’impatto ad alto livello di Billy Baron e quello dell’ex Raptors Lorenzo Brown, che avrà in mano il timone della squadra di coach Milan Tomic. Il sogno è quello di inserirsi nella corsa per i playoff, ma il livello di questa stagione sconsiglia voli pindarici.
[Rivedremo Novak Djokovic nelle vesti di ultras?]
14. VALENCIA
Out: Sergi Garcia (Rasta Vechta), Antoine Diot (Asvel), Will Thomas (Zenit), Rafa Martinez (Bilbao), Matt Thomas (Toronto Raptors).
In: Quino Colom (Unics Kazan), Vanja Marinkovic (Partizan Belgrado), Jordan Loyd (Toronto Raptors), Maurice Ndour (Unics Kazan), Brock Motum (Efes).
Quintetto: Colom, Loyd, Sastre, Motum, Dubljevic.
Coach: Jaume Ponsarnau (confermato)
Troppo grande per l’Eurocup (vinta 4 volte su 17 edizioni, Khimki e Rytas sono le uniche altre squadre ad averla vinta più di una volta), troppo piccola per duellare con le big d’Europa. Un destino beffardo quello del Valencia, consolidatasi nel nuovo millennio come potenzia tradizionale del basket spagnolo riuscendo però solo raramente (il titolo spagnolo 2017 è l’unico della sua storia) a inserirsi nel duopolio Real-Barca. L’impressione anche quest’anno è la solita: squadra solida e profonda, ma mancano i picchi di talento per duellare davvero con le grandi. L’ossatura è bene o male la stessa delle ultime annate: San Emeterio, Sastre, Dubljevic, Vives e Van Rossom sono ancora tutti lì, anche se se ne sono andati due nomi storici del team come Antoine Diot e soprattutto la bandiera Rafa Martinez.
Gli innesti, comunque, sono stati oculati e intriganti. Torna in Spagna il fresco campione del mondo Quino Colom a rimpolpare la cabina di regia, Brock Motum cerca maggiore spazio dopo la finale giocata da rincalzo lo scorso anno con l’Efes ed ha iniziato la stagione portandosi a casa la gara del tiro da tre in Supercoppa, Maurice Ndour lo completa alla perfezione con energia e fisicità. Due saranno le chiavi per la stagione valenciana: Jordan Loyd, che esordisce in Eurolega dopo un titolo NBA vinto dalla panchina di Toronto, e soprattutto Vanja Marinkovic, talentone serbo prelevato dal Partizan che studia per diventare l’erede di Bogdan Bogdanovic e che ha già impressionato nelle prime uscite stagionali. Lottare per i playoff è un sogno proibito.
13. KIROLBET BASKONIA VITORIA
Out: Johannes Voigtmann (Cska), Tadas Sedekerskis (Neptunas), Marcelinho Huertas (Tenerife), Vincent Poirier (Boston Celtics), Jalen Jones (free agent), Darrun Hilliard (Cska).
In: Pierria Henry (Unics Kazan), Youssoupha Fall (Strasburgo), Nik Stauskas (Cleveland Cavaliers), Achille Polonara (Sassari), Michael Eric (Darussafaka).
Quintetto: Vildoza, Stauskas, Shields, Shengelia, Eric.
Coach: Velimir Perasovic.
A Vitoria, specie nelle ultime stagioni, sono abituati a fare tanto con poco e a lanciare semisconosciuti nel basket che conta. Questa estate è toccato a Poirier emigrare verso la NBA, mentre Voigtmann ed Hilliard hanno lasciato i Paesi Baschi per il ritiro dorato nelle lande moscovite. Alla corte di Perasovic sono rimasti però gli altri due pezzi pregiati del team, Toko Shengelia e Luca Vildoza, e la dirigenza baskonista ha provato a mettere al loro fianco un teorico pezzo da novanta: Nik Stauskas era una macchina da triple a livello collegiale, ma non è riuscito a traslare il suo gioco in NBA e così cerca in Europa la sua consacrazione. Potenzialmente un Jaycee Carroll 2.0, viste stazza ed atletismo a favore dell’ex Michigan ma paragonabili capacità balistiche e rapidità di esecuzione. In cabina da regia tutto da valutare l’impatto che potrà avere Pierria Henry, che ha fatto faville in Eurocup con la maglia di Kazan e che avrà subito responsabilità importanti visto anche l’infortunio al tendine d’Achille di Jayson Granger, mentre sotto le plance Michael Eric dovrà cercare di non far rimpiangere la stagione stellare di Poirier garantendo rimbalzi e intimidazione. Ovviamente noi italiani guarderemo con curiosità anche l’esordio in Eurolega del nostro Achille Polonara, che ricoprirà il ruolo di vice di quello Shengelia con il quale ha molte affinità a livello tecnico: il suo stile di gioco carico di energia teoricamente calza a pennello col sistema adrenalinico di Perasovic, da vedere se riuscirà a non pagare il deficit fisico contro i 4 del massimo livello europeo.
12. ZALGIRIS KAUNAS
Out: Brandon Davies (Barcellona), Deon Thompson (Malaga), Nate Wolters (Maccabi), Leo Westermann (Fenerbahce), Lukas Uleckas (Prienai), Aaron White (Milano), Antanas Kavaliauskas (ritirato)
In: Alex Perez (Bandirma), Nigel Hayes (Galatasaray), Karolis Lukosinas (Siauliai), Martinas Geben (Notre Dame), Zach LeDay (Olympiacos), Jock Landale (Partizan Belgrado), Lukas Lekavicius (Panathinaikos).
Quintetto: Walkup, Grigonis, Ulanovas, Hayes, Landale.
Coach: Sarunas Jasikevicius (confermato).
Dopo le ultime due fantastiche cavalcate ci vuole coraggio a scommettere contro lo Zalgiris. Anche quest’anno la squadra di Jasikevicius parte a fari spenti, ma con il desiderio malcelato di provare ancora a stupire. Stavolta però i lituani hanno cambiato meno che nel recente passato. Il reparto lunghi costruito intorno all’eterno Jankunas ha hype con pochi eguali: gli occhi sono tutti su Jock Landale, segnalatosi in maglia Partizan ed esploso in estate tra Summer League e Nazionale australiana, ma c’è anche uno Zach LeDay che vuole tornare a crescere dopo una stagione così così all’Oly e un Nigel Hayes che, dopo essersi un po’ perso nel passaggio tra college e pro, ha fatto sfracelli all’esordio europeo con la canotta del Galatasaray. Sono però nel backcourt le scommesse più importanti: le partenze di Wolters e Westermann sono state coperte con il ritorno all’ovile di un Lukas Lekavicius schiacciato dalla pressione ateniese al Pana e la scommessa tutta da testare Alex Perez, che peraltro sembrava a rischio partenza per i gravi problemi di salute che hanno colpito padre e nonno.
Alex Perez made it clear how he feels about his family health issues. He wrote “F**k cancer” on his shoes before the LKL game tonight. pic.twitter.com/FJqbHrvwB8
— Donatas Urbonas (@Urbodo) 25 settembre 2019
Tuttavia l’intenzione di “Jasi” pare quella di usare molto Walkup nelle vesti di point guard, ruolo che può interpretare dando fisicità e presenza difensiva di spicco Se poi il trattamento Pangos-Micic funzionerà anche con gli altri due, allora il coro “Lietuva Lietuva” potrebbe risuonare nelle arene europee ancora una volta oltre la fine di marzo…
11. OLYMPIACOS PIREO
Out: Briante Weber (Levallois), Axel Toupane (Malaga), Nigel Williams-Goss (Utah Jazz), Janis Strelnieks (Cska), Vangelis Mantzaris (Unics Kazan), Dimitris Agravanis (Promitheas), Georgios Bogris (Promitheas), Zach LeDay (Zalgiris).
In: Kevin Punter (Virtus Bologna), Wade Baldwin (Toronto Raptors 905), Brandon Paul (Zhejiang Golden Bulls), Antonis Koniaris (Paok), Mindaugas Kuzminskas (Milano), Augustine Rubit (Bamberg), Ethan Happ (Wisconsin).
Quintetto: Baldwin, Paul, Papanikolaou, Printezis, Milutinov.
Coach: David Blatt (confermato).
La sponda marinara di Atene sta attraversando i suoi mesi più difficili da parecchi anni a questa parte. Prima i durissimi scontro con Esake e Pana che hanno portato alla retrocessione d’ufficio in A2, con la conseguente “storica” decisione di giocare Eurolega e campionato con due roster diversi. Poi i problemi di salute di coach David Blatt, confessati al mondo in una toccante lettera aperta. La stagione scorsa è stata da dimenticare e allora la dirigenza biancorossa ha proceduto a un profondo repulisti, che ha salvato solo i senatori Spanoulis, Printezis e Papanikolaou (anche Mantzaris ha fatto le valige in direzione Russia) e un Milutinov blindato solo grazie al contratto già in essere per la prossima stagione. Le chiavi della squadra saranno nelle mani di Wade Baldwin, 17° scelta del draft 2016 che però ha trovato poco spazio in NBA, ma le bocche da fuoco saranno Brandon Paul, che nel 2017, in canotta Efes, aveva lasciato l’Eurolega a gara 5 dei quarti proprio contro l’Olympiacos, e Kevin Punter, che non si è salvato dalla rivoluzione bolognese e ha deciso di tornare in quella Grecia che lo aveva lanciato ai tempi dell’Aek. Kuzminskas e Rubit cercano un rilancio a livello Eurolega dopo qualche stagione così così, mentre la scommessa si chiama Ethan Happ: un rookie in Eurolega è una rarità, starà all’ex star di Wisconsin sfatare il tabù. Tante incognite, l’impressione è che si sia rotto qualcosa nella magia di qualche stagione fa.
What a shot Mr. @BP3 😱😱 pic.twitter.com/qi7SDHxZ0n
— EuroLeague (@EuroLeague) 27 settembre 2019
[Ve l’abbiamo detto che Brandon Paul è un grande tiratore da fuori?]
10. BAYERN MONACO
Out: Nemanja Dangubic (Estudiantes), Braydon Hobbs (Oldenburg), Robin Amaize (Oldenburg), Stefan Jovic (Khimki), Derrick Williams (Fenerbahce), Marvin Ogunsipe (Amburgo), Devin Booker (Khimki).
In: DeMarcus Nelson (Asvel), Nelson Weidemann (Bamberg), TJ Bray (Rasta Vechta), Greg Monroe (Philadelphia 76ers), Paul Zipser (Burgos), Diego Flaccadori (Trento), Mathias Lessort (Malaga), Josh Huestis (Oklahoma City Thunder).
Quintetto: Lo, Koponen, Lucic, Barthel, Monroe.
Coach: Dejan Radonjic (confermato).
Non hai mai passato il primo turno in Eurolega, perdi Derrick Williams, Devin Booker e Stefan Jovic e pensi di fare i playoff? Assolutamente sì. È stato un mercato estivo che ha acceso le fantasie quello bavarese. Il gm Daniele Baiesi prova il bis del super colpo piazzato un anno fa con la 2° scelta del draft 2011 portando in Europa Greg Monroe. L’ex Pistons è completamente diverso da Williams, un pivot vero che, se sano e motivato, può essere un crack a questi livelli. Parliamo pur sempre di un giocatore di 29 anni che nel 2014/2015 viaggiava in doppia-doppia di media in NBA, senza contare il fatto che, oltre a Barthel e Radosevic, come “polizza assicurativa” in caso l’esperimento non funzionasse è arrivato pure il potente Mathias Lessort. Nei ruoli di ala le aggiunge si chiamano Paul Zipser, che sta cercando di ricostruirsi una carriera dopo una parentesi NBA troppo prematura, e soprattutto l’ex OKC Josh Huestis, che si è presentato in amichevole siglando il buzzer beater della vittoria contro la sua alma mater, Stanford:
FINAL | #FCBB vs @StanfordMBB | 67-66
Was für ein Ende unseres ersten Vorbereitungsspiels 2019/20. @jhuestis bezwingt den 🚨 gegen seine ehemalige Universität.
Scorer: @M10OSE 17 Pts & 9 Reb, #Huestis 12, #Rudan 10 pic.twitter.com/6vBUh2xV9n
— FC Bayern Basketball (@fcb_basketball) 27 agosto 2019
Probabilmente manca qualità di primissimo livello negli esterni, reparto comunque allungato dall’arrivo di TJ Bray dalla sensation Rasta Vechta e del veterano DeMarcus Nelson oltre che da un Diego Flaccadori che dovrà sgomitare per trovare minuti importanti. Nella mischia per un posto nelle prime otto ci saranno anche loro.
9. PANATHINAIKOS ATENE
Out: Keith Langford (Aek Atene), Vangelis Sakellariou (free agent), James Gist (Stella Rossa), Georgios Kalaitzakis (Nevezis), Lukas Lekavicius (Zalgiris), Sean Kilpatrick (Chicago Bulls), Matt Lojeski (Tofas Bursa), Thanasis Antetokounmpo (Milwaukee Bucks).
In: Tyrese Rice (Bamberg), Wesley Johnson (Washington Wizards), Rion Brown (Promitheas), Jimmer Fredette (Shanghai Sharks), Jacob Wiley (Gran Canaria), Ben Bentil (Peristeri).
Quintetto: Calathes, Fredette, Johnson, Thomas, Papagiannis.
Coach: Argyris Pedoulakis (Peristeri).
Finita un po’ a sorpresa l’era Pitino, con lo storico coach americano che ha preferito tornare in patria dopo aver conquistato tutti a Oaka, il patron Giannakopoulos è tornato all’antico mettendo la sua Ferrari nelle mani del buon Argyris Pedoulakis per la terza volta. Una squadra tutta scoprire quella che sarà pilotata in campo ancora una volta dal generale Nick Calathes, che avrà il suo braccio armato in Jimmer Fredette. Leggenda al college, crivellatore di retine in Cina, l’ex Suns ha fatto fatica a trovare la sua dimensione in NBA. Riuscirà a mettere in campo tutto il suo sconfinato arsenale offensivo? Se sì, avremmo un chiaro candidato all’Alphonso Ford Trophy.
[Fredette è recordman di punti di tutti i tempi della Mountain West Conference e fu MVP della stagione NCAA 2011, nella quale viaggiò a 28,2 punti a partita, 3,4 rimbalzi e 4,2 assist]
A fare il gioco oscuro al suo fianco sarà Wesley Johnson, onesto mestierante dei parquet NBA diventato famoso più per aver subito uno dei più beffardi ankle-breaker della storia da James Harden che per essere stato solidissimo all-around per parecchie stagioni in maglia Clippers.
A coprire le spalle a questo terzetto ci saranno Tyrese Rice, che torna in quella che Eurolega che fece sua da dominatore nel 2014, e Rion Brown, una delle stelle emergenti dell’ultimo campionato greco con la canotta del Promitheas. I dubbi maggiori sono sotto canestro. DeShaun Thomas è la sicurezza, ma di Papagiannis, seppur reduce da un’annata in crescendo, non si può dire altrettanto e se i cambi sono l’esordiente Bentil e il datato Vougioukas…
8. MACCABI FOX TEL AVIV
Out: Jeremy Pargo (free agent), Johnny O’Bryant (Lokomotiv Kuban), Michael Roll (Milano), DeAndre Kane (free agent), Alex Tyus (Unics Kazan).
In: Elijah Bryant (Hapoel Eilat), Quincy Acy (Brooklyn Nets), Othello Hunter (Cska), Sandy Cohen III (Wisconsin-Green Bay), Omri Casspi (Memphis Grizzlies), Tyler Dorsey (Memphis Grizzlies), Nate Wolters (Zalgiris),
Quintetto: Wilbekin, Wolters, Casspi, Acy, Black.
Coach: Ioannis Sfairopoulos (confermato)
Quattro stagioni consecutive senza entrare nelle prime otto, cinque senza arrivare alle Final Four. Un’astinenza esagerata per una potenza come il Maccabi, che è tornato ad investire ancora più forte per arrivare almeno tra le prime otto. Chiavi in mano di nuovo per Scottie Wilbekin, che dopo la clamorosa campagna nell’Eurocup 2018 ha fatto bene solo a sprazzi al ritorno al piano di sopra, ma al suo fianco sono arrivati due frombolieri come l’ex Zalgiris Nate Wolters, l’esordiente Elijah Bryant, che ha fatto faville in canotta Hapoel Eilat, e un Tyler Dorsey che sbarca in Europa per cercare la sua dimensione. Sotto le plance, la rinuncia alla verticalità di Tyus e al talento di O’Bryant è stata coperta con gli arrivi di Othello Hunter e Quincy Acy, ma il vero colpo è il rientro in patria Omri Casspi, che torna a calcare i parquet europei dopo un decennio di NBA e che può dare stazza e imprevedibilità a cavallo tra i due ruoli di ala.
Happy 29th birthday, DeMarcus Cousins! Spend it with a friend like Omri Casspi 🤜🤛 pic.twitter.com/7HF3YD1pXZ
— Dime (@DimeUPROXX) 13 agosto 2019
[Trovatevi un amico che vi sistema la fascetta come faceva Casspi con Cousins]
Proprio la star del basket israeliano sarà la chioccia di due dei più interessanti talenti del basket continentale: Yovel Zoosman e Deni Avdija, chiamati a ricavarsi minuti e responsabilità. Roster profondo e completo in ogni reparto, sarà la volta buona per eterno incompleto come coach Sfairopoulos e come il Maccabi dell’ultimo lustro?
7. AX ARMANI EXCHANGE MILANO
Out: Mike James (Cska), Simone Fontecchio (Reggio Emilia), James Nunnally (Shanghai Sharks), Mindaugas Kuzminskas (Olympiacos), Curtis Jerrells (Sassari), Alen Omic (Joventut Badalona).
In: Shelvin Mack (Charlotte Hornets), Paul Biligha (Venezia), Riccardo Moraschini (Brindisi), Michael Roll (Maccabi), Sergio Rodriguez (Cska), Aaron White (Zalgiris), Xavi Rey (Benfica), Luis Scola (.
Quintetto: Mack, Nedovic, Micov, White, Tarczewski.
Coach: Ettore Messina (San Antonio Spurs, vice)
Rivoluzione. Delle grandi d’Europa, Milano è stata una delle uniche due ad aver cambiato coach (insieme al Pana), ma l’unica ad essersi davvero rivoltata come un calzino. E non tanto a livello di roster, seppur profondamente cambiato, quanto nel tentativo di modificare nel profondo una filosofia che ha fatto acqua da parecchie parti. Armani ha voluto affidare il progetto in toto ad Ettore Messina, plenipotenziario nell’area tecnica di una Olimpia che va a caccia del ritorno ai playoff dopo un’eternità. Per farlo ha deciso di tagliare le sue due principali bocche da fuoco, Mike James e James Nunnally, per costruire una squadra più solida difensivamente e con gerarchie ben definite. La scelta di Shelvin Mack, play fisico e difensivamente di spessore, a completarsi con Sergio Rodriguez, la vera star del mercato estivo meneghino, va in questa direzione. Scelte che danno grande responsabilità a Nemanja Nedovic, unico vero scorer nel roster e spesso fermato da acciacchi e infortuni vari. Un rischio specie se le alternative sono Michael Roll, giocatore fisico e intelligente ma non certo un terminale offensivo, e i “nostri” Moraschini e Della Valle. Sotto canestro, convincere Aaron White a non ascoltare le sirene NBA va benone, la speranza è che il recupero di Gudaitis, già dilatatosi rispetto alle previsioni, lo riconsegni a Messina ai livelli di un anno fa. Ma intanto per evitare problemi è tornato in Europa un ragazzino che ha 39 anni ma ancora tanta tanta tanta fame.
Le aspettative sono altissime dopo anni di delusioni in serie: inutile dire che l’8° posto sia il minimo accettabile. Il problema è che non sarà per nulla scontato raggiungerlo.
6. KHIMKI
Out: Tony Crocker (Pinar), Stefan Markovic (Virtus Bologna), Andrey Zubkov (Zenit), Charles Jenkins (Stella Rossa), Malcolm Thomas (Shanxi), Jordan Mickey (Real Madrid).
In: Chris Kramer (Rytas), Devin Booker (Bayern), Sergei Karasev (Zenit), Andrey Desyatnikov (Zenit), Jonas Jerebko (Golden State Warriors), Stefan Jovic (Bayern), Timofey Mozgov (free agent), Jeremy Evans (Darussafaka), Dairis Bertans (New Orleans Pelicans).
Quintetto: Jovic, Shved, Timma, Jerebko, Mozgov.
Coach: Rimas Kurtinaitis (confermato).
Probabilmente mai nella sua giovane storia il Khimki ha potuto contare su un roster di tale qualità, almeno nei singoli. La dirigenza gialloblu, visto l’incerto ricambio in casa Cska (ma ne parleremo dopo), ha deciso di andare all-in per dare l’assalto al trono dell’Armata Rossa e mettere i piedi tra le grandi d’Europa. Per farlo è ripartita dal Alexey Shved, la macchina da canestri più letale d’Europa, costruendogli attorno un roster completo praticamente in tutti i reparti. Il Khimki ha strappato ben tre giocatori alla NBA. Timofey Mozgov è la grande incognita: fermo da una stagione per un problema al ginocchio, se tornerà a livelli accettabili potrà essere uno dei lunghi più dominanti della competizione.
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[Il retroscena sul ritorno di Mozgov al Khimki]
Ma in caso contrario alle sue spalle c’è tanto la fisicità di Devin Booker quanto l’esplosività dell’artista della schiacciata Jeremy Evans, senza dimenticare che in ala, direttamente dalla baia di San Francisco, è arrivato pure Jonas Jerebko. Sugli esterni, il vice-Shved sarà Sergei Karasev, scorer di livello che cerca di ritrovarsi dopo qualche anno così così, mentre Dairis Bertans riporta in Eurolega il suo tiro mortifero e Stefan Jovic tira le fila di una squadra con potenzia di fuoco con pochissimi eguali. Il problema sarà trovare l’equilibrio e la solidità difensiva, ma se Kurtinaitis trova la chiave possono essere dolori per tutti.
5. CSKA MOSCA
Out: Nando De Colo (Fenerbahce), Alec Peters (Efes), Sergio Rodriguez (Milano), Cory Higgins (Barcellona), Othello Hunter (Maccabi).
In: Mike James (Milano), Janis Strelnieks (Olympiacos), Johannes Voigtmann (Baskonia), Kosta Koufos (Sacramento Kings), Darrun Hilliard (Baskonia), Ron Baker (Washington Wizards).
Quintetto: Hackett, James, Kurbanov, Clyburn, Hines.
Coach: Dimitris Itoudis (confermato).
Probabilmente per la prima volta nell’ultimo ventennio è legittimo poter non considerare il Cska una sicura pretendente al titolo. Seppur le dipartite rispetto alla scorsa stagione non sono state così numerose, lo sono state di sicuro come peso specifico e i rimpiazzi scelti sul mercato non hanno convinto al 100%. Numericamente, i campioni d’Europa in carica si sono addirittura allungati nel reparto esterni, rimpiazzando il trio Rodriguez-De Colo-Higgins con l’innesto del capocannoniere dell’ultima Eurolega Mike James (riuscirà ad essere il trascinatore di una squadra tradizionalmente vincente come il Cska?), un giocatore di sicuro affidamento come Janis Strelnieks e due (mezze) scommesse come Darrun Hilliard e Ron Baker. Sotto canestro, lasciati andare un Peters convincente a tratti ma soprattutto Hunter ecco un giocatore di qualità ma spesso un po’ soft come Voigtmann e un pivot vero, potenzialmente devastante ma reduce da diversi problemi fisici come Kosta Koufos. Insomma bene ma non benissimo e l’inattesa sconfitta all’esordio in VTB contro il modesto Enisey (che batteva il Cska per la prima volta nella sua storia) ha acceso subito la spia rossa sul cruscotto di coach Itoudis. L’impressione è che questo Cska sia rimasto a metà tra la volontà di aprire un nuovo ciclo dopo l’Eurolega vinta pochi mesi fa e quella di dare al gruppo che la corona europea se l’è guadagnata sul campo (compreso il nostro Daniel Hackett, che dal restyling del roster esce ancora pià rinforzato nel suo ruolo) una nuova chance.
[Il bellissimo documentario realizzato da Euroleague sul titolo del Cska in quel di Vitoria]
4. ANADOLU EFES ISTANBUL
Out: Metecan Birsen (Pinar), Onuralp Bitim (Pinar), Brock Motum (Valencia).
In: Chris Singleton (Barcellona), Alec Peters (Cska), Tolga Gecim (Bandirma).
Quintetto: Micic, Larkin, Anderson, Peters, Dunston.
Coach: Ergin Ataman (confermato).
Ci è arrivato davvero vicino l’Efes quattro mesi fa. Contro ogni previsione, contro ogni pronostico. Sarebbe stata probabilmente una delle più grandi sorprese di sempre quella dei turchi, ma evidentemente non era ancora tempo per la banda di coach Ataman. E allora cambi minimali per riprovarci, stavolta senza l’effetto sorpresa: andare a caccia del bersaglio grosso. Le sirene Nba non hanno distratto Micic e Larkin, che sono rimasti con il chiaro obiettivo di prendersi la coppa, è ancora lì praticamene tutto il supporting cast: da Simon ad Anderson, dallo zoccolo turco (rimpolpato con l’emergente Tolga Gecim) al duo Dunston-Pleiss sotto le plance. Le uniche novità sono arrivate più per necessità che per volontà nel ruolo di 4. Motum ha deciso di cercare più spazio ed è volato a Valencia, ma con l’arrivo di Peters dal Cska Ataman trova un giocatore di caratteristiche sostanzialmente simili, magari ancora più perimetrale rispetto all’ex Virtus. Ma se nei piani estivi l’americano doveva fungere da vice-Moerman, l’infortunio al tendine d’Achille patito dal francese prima del Mondiale (ne avrà per tre mesi) ha costretto la società a tornare sul mercato. E non lo ha fatto in tono minore, visto che Chris Singleton può portare stazza e pericolosità offensiva (magari bnon grande attitudine difensiva) in ambo i ruoli interni. Il sistema è rodato, tornare a giocarsela è il minimo.
3. BARCELLONA
Out: Kevin Seraphin (Indiana Pacers), Chris Singleton (Efes), Jaka Blazic (Cedevita Olimpia Lubiana).
In: Brandon Davies (Zalgiris), Alex Abrines (Oklahoma City Thunder), Cory Higgins (Cska), Malcolm Delaney (Guangdong Tigers), Nikola Mirotic (Milwaukee Bucks).
Quintetto: Delaney, Higgins, Hanga, Mirotic, Davies.
Coach: Svetislav Pesic (confermato).
Se vi sono sembrati importanti gli investimenti di una qualsiasi delle big europee delle quali abbiamo parlato finora, il Barcellona ha fatto impallidire praticamente tutti. I catalani mancano dalle Final Four dal 2014 e per ritornarci stavolta non hanno guardato in faccia a niente e nessuno. La zampata milionaria per Mirotic in apertura di estate ha settato subito il volume su livelli altissimi: probabilmente non si era mai visto un giocatore da 15 punti a partita in Nba, nel pieno della sua maturazione, optare per l’Europa anziché i pro americani.
[Prima partita di ACB, Mirotic si presenta con 27 punti, 6 rimbalzi e 39 di valutazione]
Gli arrivi di due dei migliori americani in circolazione in Europa come Higgins e Davies è stata la conferma delle intenzioni bellicose dei blaugrana, quindi il rientro in patria di un Abrines alla ricerca di sé stesso la ciliegina sulla torta. Poi, per tamponare l’infortunio di Heurtel, ecco un “cerottino” di nome Delaney. Sulla carta, non manca davvero nulla: Delaney-Pangos-Heurtel fanno paura in regia, Higgins, Kuric e Ribas delle sicurezze nel ruolo di guardia, Claver e Hanga hanno taglia fisica e intelligenza tattica di primissimo livello per entrambi i ruoli di ala e al quartetto Mirotic-Oriola-Davies-Tomic (piu i rincalzi Smits e Pustovyi) non manca nulla per dominare sotto le plance. Ora sta a coach Pesic trovare chimica ed equilibri per riportare il Barca lassù.
2. FENERBAHCE BEKO ISTANBUL
Out: Erick Green (Fujian Sturgeons), Nicolò Melli (New Orleans Pelicans), Marko Guduric (Memphis Grizzlies), Sinan Guler (Darussafaka),
In: Nando De Colo (Cska), Derrick Williams (Bayern), Berkay Candan (Buyukcekmece), Leo Westermann (Zalgiris), Vladimir Stimac (Ankara).
Quintetto: Sloukas, De Colo, Kalinic, Williams, Vesely.
Coach: Zelimir Obradovic (confermato).
Per il Fener sembrava valere in parte il discorso fatto per il Cska. Le partenze di Melli e Guduric in direzione Nba sembravano il sinistro presagio ad un ridimensionamento che, invece, è rimasto solo l’incubo di qualche notte per i tifosi gialloblu. Anzi, la premiata ditta Obradovic-Gherardini ha colpito ancora assicurandosi un certo Nando De Colo, mettendogli di fianco il più cerebrale Leo Westermann per sostituire un Erick Green mai davvero integratosi a Istanbul, e scegliendo di puntare sulla grande rivelazione della scorsa stagione, Derrick Williams, per affidargli il ruolo di 4 titolare. Con l’MVP in carica Vesely e il francese Lauvergne perseguitati dai problemi fisici, nella prima parte di stagione darà una mano anche Vladimir Stimac, che non sarà un fuoriclasse ma che è giocatore esperto e affidabile come pochi come soluzione tampone sotto le plance. Obradovic, comunque ama usare i quintetti molto piccoli per cui non sarà raro vedere Williams da “falso 5” e Kalinic e Datome, grazie alla loro versatilità, ad ondeggiare dal 2 al 4. La fame di un gruppo che ha vinto tanto, pur se lo scorso anno è rimasto a bocca asciutta anche e soprattutto a causa dei tanti infortuni, farà la differenza.
Can’t stop the feeling 😎😎🕺🏻🕺🏻. Starring @BobbyDixon20 pic.twitter.com/RQJDJhr85o
— EuroLeague (@EuroLeague) 23 settembre 2019
[36 anni e non sentirli]
1. REAL MADRID
Out: Gustavo Ayon (Zenit), Santi Yusta (Tenerife), Klemen Prepelic (Joventut Badalona), Ognjen Kuzmic (Stella Rossa)
In: Nico Laprovittola (Joventut Badalona), Jordan Mickey (Khimki).
Quintetto: Campazzo, Llull, Taylor, Randolph, Tavares.
Coach: Pablo Laso (confermato).
Continuità. Laso la predica da anni e il suo Real anche quest’anno ha cambiato solo un paio di pedine per mantenere gli altissimi standard cui ha abituato l’Europa negli ultimi anni. Con giocatori marginali nelle rotazioni della passata stagione come Yusta, Prepelic e Kuzmic a scegliere di emigrare in cerca di maggiore spazio, di fatto la sola “vera” uscita nel roster dei blancos è stata quella di uno dei senatori, il messicano Gustavo Ayon. Il Real ha puntato su un lungo molto diverso per coprirne la falla, puntando su un Jordan Mickey che ha fatto vedere ottime cose all’esordio europeo con la maglia del Khimki. Ma sotto canestro nelle prime uscite stagionali è esploso fragorosamente il giovanissimo Usman Garuba, che a 17 anni ha fatto ciò che non era riuscito neanche a Luka Doncic: diventare il più giovane giocatore a siglare una doppia-doppia in ACB. Il colpo grosso del mercato estivo madridista è stato però Nico Laprovittola, MVP in carica del campionato spagnolo, che tornerà a fare gruppo con un Campazzo sempre più leader del team e un Deck sempre più Nocioni 2.0 dopo la strepitosa cavalcata mondiale in canotta Argentina. Il meccanismo è oliato, la squadra si conosce a memoria, ognuno sa bene qual è il suo ruolo all’interno del team: provate a prenderli.