“Ho 18 anni, non l’ho mai visto giocare. Chi era Danilovic?”
“Una risposta sola non esiste. Te lo faccio dire dai virtussini, dai fortitudini, dagli altri tifosi, dai giornalisti che hanno avuto la fortuna di raccontarne le gesta e da lui stesso”
“Se ti dico Sasha Danilovic, dimmi la prima cosa che ti viene in mente”
– il tiro da 4
– il fumogeno nel derby di Monaco in semifinale di Eurolega davanti a 8/9 mila tra virtussini e fortitudini
– la rissa con Myers
– “Io può”
– l’inchino al pubblico
– 6 mila bolognesi a Barcellona
– Gianni Ippoliti a Roma che lo insulta in parterre, lui che risponde per le rime. Ah poi ne ha fatti 47 su 84 della squadra. 47…
– un grandissimo figlio di puttana
– ha smesso a 30 anni perchè mia nonna a 89 anni aveva le caviglie messe meglio
– catalizzatore
– lo hanno fischiato, insultato, augurato la morte, sputato, cercato di aggredire, nel palazzetti di tutto il mondo. Ho visto la gente piangere di rabbia dopo ogni suo canestro
– soffriva la pressione come Galeazzi i carboidrati, più lo fischiavano e più faceva canestro, più la partita era importante e più lui dominava
– a 22 anni e un po’ aveva già vinto lo scudetto da protagonista in Italia. Adesso a 22 anni è tanto se metti piede in campo sul -20
– Harley, Bmw, e quella faccia che faceva bagnare il 90% delle fighe bolognesi. Una metà di esse se l’è pure chiavate
– a 17 anni era in prima squadra col Partizan e in Nazionale
– Odiato al limite della violenza fisica in ogni campo ( ho visto gente al vecchio hangar sputargli , tiragli la canotta e cercare di prenderlo per il collo)…, ma in fondo ammirato e rispettato per la sua classe. Che classe signori, che giocatore. Da quanto era forte , l’ho odiato alla morte, ma un odio quasi venerativo, chi ama il basket capisce
– aveva adottato Chicco Ravaglia
– gran campione, ma per tutto il resto mi fa schifo
– 23 anni. Partita importante a Pesaro. Persa di un punto con errore di Sasha all’ultimo. Ritorno in pullman di sera. Tutti vanno a casa, Sasha costringe un assistente a tornare in palestra e dargli la palla per fare 1500 tiri dalla posizione da cui ha sbagliato il tiro. Fino alle tre di notte
– Mai visto nessuno così devastante in Italia. Sotto pressione giocava pure meglio. Un killer. Noi della Benetton abbiamo subito delusioni amarissime per colpa sua…tra lui e Myers poi c’era una guerra aperta…quando il basket a Bologna contava ancora qualcosina. Nostalgia per gli anni Novanta del basket…palazzi pieni, squadre al top in Europa, finali scudetto fantastiche (trasmesse a spizzichi e bocconi dalla Rai, ma ci si accontentava)
– i derby nei suoi anni. Si parlava tutto l’anno di derby, si viveva per il derby, si scavalcava per entrare, si stampavano biglietti falsi, si facevano ore e ore di fila per comprare i biglietti, ci si fingeva ciechi pur di entrare a palazzo, il derby era tutto
– “Un mese prima che scoppiasse tutto, e si capiva che arrivava il finimondo, portai i genitori con me, a Belgrado. Ma mia madre aveva lasciato un fratello a Sarajevo, serbo di Bosnia nel quartiere musulmano, la casa a pezzi. Volle tornarci, ospitarlo a casa mia, stargli vicino. Sono stati 7 mesi terribili, ora il peggio è passato: li sento quasi ogni giorno, mando loro soldi. Ma quella guerra è davvero assurda. Lo so, tutto il mondo odia i serbi, ma per fare una guerra si deve essere in due. O in tre, come in Bosnia”
– la nazionale e la scissione tra Serbia e Croazia “Peccato non aver più una nazionale, ho invidiato la Croazia quando ha fatto i Giochi di Barcellona, solo perché ha avuto più diplomazia di noi. Mi sarebbe piaciuto giocarci contro. Non per odio, ma per misurarci, sul campo, come sempre. Io, Divac, Paspalj, Djordjevic, Savic contro Petrovic, Kukoc, Radja, Komazec, Tabak. Bello, no?
– “Com’era bello il nostro campionato. Soldi pochi, tanta rabbia. Perdevo e stavo nero 4-5 giorni. Ma la pressione è più alta qui. Non per i tifosi o la stampa. La vera pressione sono i soldi. Perdi una partita, e tutti perdono soldi, lo sponsor, il club, l’Euroclub che non si fa, gli incassi mancati. Quello si sente. Ma io vinco, per fortuna”
– Alberto Bucci “Sasha in campo non voleva semplicemente esistere, ma sterminare”
– il giorno in cui annunciò il suo ritiro, Lucio Dalla gli dedicò “Ciao”
– 12,8 punti di media in Nba, il 7/7 da tre punti al Madison Square Garden
– non serve elencare cos’ha vinto, si farebbe prima a dire cosa non ha vinto. Ha vinto tutto
– “Io non sarei stato Sasha se non ci fosse stato Carlton. Myers non sarebbe stato lo stesso se non avesse sfidato Danilovic”
– “E’ stato giusto smettere a 30 anni, non ho rimpianti. Ma giocare con Ginobili sarebbe stato divertente”
Da domani nessuno potrà più indossare la sua maglia.
Perchè che tu lo odi o che tu lo ami, Sasha è per sempre.
la prima parte di questo video mostra il primo incontro tra sasha e la virtus:noi avevamo vinto il girone di coppa campioni e loro (il partizan)si qualificarono 8 e ultimi .al2° turno eliminizione diretta noi convinti e un pò sboroni pensiamo gia al turno dopo e loro ci rifilano un secco 2-0 con sasha e djordjevich che ci annientano. per fortuna l avv porelli capisce e compra subito danilovic
Presidente era Cazzola
che meraviglia !!!!!!!!!!!!!!!!!
Un campione allo stato puro, una meraviglia per gli occhi e per il cuore. Avere la sua maglia con la firma un grande onore.
Era l'essenza della pallacanestro, per noi era la vittoria, per gli altri…
io gli anni della VIRTUS me li sono goduti tutti…….Sasha un GRANDE ma…a me era un po' antipatico cmq un CAMPIONE
Usciva dal blocco e tirava come nessun altro. Nessun altro.
Nessun
altro
Cristiano, puoi raccontare l'aneddoto del contropiede in allenamento con Manu?
Cristiano, puoi raccontare l'aneddoto del contropiede in allenamento con Manu?
Tremendo! Un magone immenso a pensarci, sopratutto oggi che ci chiamiamo Obiettivo Lavoro (e il marchio "V" non si vede!) e a Bologna lo sport non se lo fuma più nessuno. Ho visto giocare Driscoll, Cosic, il Duca Nero, Van Breda e naturalmente l'immenso Ginobili. Ma le emozioni di Sasha non me le ha regalate nessuno!
31/05/1998 da quel giorno nessun calendario a Bologna fu più lo stesso