articolo di Claudio Piani (il suo blog)
la prima puntata QUI
la seconda puntata QUI
La scuola è ricominciata a fine febbraio, dopo le vacanze invernali di un mese circa. Anche se in realtà non vedevo i ragazzi da metà gennaio perché erano impegnati a preparare gli esami di fine quadrimestre e quindi le ore scolastiche erano state prolungate fino alle 17.30, sacrificando gli allenamenti sportivi. Gli esami sono gli stessi in tutta la provincia e nessuna scuola, nessun professore vuole che la sua classe sfiguri… quindi l’esame è preso un “pelo seriamente” da tutti quanti tranne dal sottoscritto che ha trascorso l’ultima settimana a distribuire caramelle di nascosto ai propri giocatori tra una lezione e l’altra.
Dopo un mese di ferie abbiamo quindi ripreso gli allenamenti. Tempo permettendo, la stagione delle piogge si avvicina. I ragazzi sono tornati con entusiasmo. Ming come da previsione è cresciuto qualche centimetro mentre Yao (sempre come da previsione) è ingrassato qualche chilo.
Al secondo allenamento vengo convocato in ufficio da Mr. Su, il responsabile dell’attività sportiva della scuola. L’ultima volta che parlammo licenziò il mio vice allenatore, quindi presumo che anche a questo giro qualcosa andrà storto. Assiste alla conversazione Mr. Liang, unico insegnante di educazione fisica che parla un po’ di inglese e che spesso mi aiuta ad organizzare le amichevoli e le questioni logistiche, oltre che tradurre. Il messaggio è semplice: vogliono togliermi la squadra per darmi da allenare le terze e quarte elementari. Mr. Su dice che è stupido che io alleni le seste elementari che l’anno prossimo lasceranno la scuola per andare alle medie, è meglio che inizi subito con i più piccoli. Come discorso non fa una grinza ma mi dispiace lasciare il gruppo. Così propongo una controfferta: accetto la proposta solo se faranno partecipare la squadra al torneo delle scuole di Baoan, il quartiere dove è situata la scuola. Per intenderci una graziosa area urbana a nord di Shenzhen grande due-tre volte Milano e con una cosa come tre-quattro milioni di abitanti. Mr. Su accetta. Così ci iscriviamo al torneo che si terrà ad inizio aprile. Finito il torneo inizierò ad allenare i piccoli. Esco dall’ufficio soddisfatto… e anche Mr. Liang lo è … Gli dico solo: “adesso organizzami più amichevoli possibili!!!”.
Ne giochiamo tre in due settimane. Crescendo costantemente (ed inaspettatamente) la qualità delle prestazioni.
La prima amichevole la giochiamo contro la WanFong primary school. Vinciamo 39-23, una partita che potevamo vincere con un margine più largo ma nella quale ho tenuto in campo i più piccoli nella seconda metà a risultato già acquisito. Ci presentiamo alla WanFong in clamoroso ritardo per via del traffico di punta, così la partita si gioca a cronometro fermo solo sui tiri liberi. Loro si presentano con una squadra di bambini di quinta e il loro allenatore passa la partita col cellulare in mano. Ha però il “merito” di non farli giocare a zona.
La seconda è contro la RongGeng primary school, la scuola più vicina alla nostra e con la quale c’è una sorta di derby. Ci avevo già giocato io stesso al torneo tra insegnanti, prendendo una ubriacatura storica coi colleghi nel postpartita per festeggiare la vittoria. Vinciamo 42 a 28, una partita senza storia e per la prima volta tra il pubblico sento qualcuno che fa “il verso” ai miei commenti in inglese…. E’ stato divertente iniziare a commentare in italiano e sentire tra il pubblico esclamare: “Polca miselia” e “colli colli”
La terza è contro la HuangPu Primary. Ci avevamo giocato contro la prima amichevole (quella di cui scrissi l’articolo precedente) ormai tre mesi fa, perdendo 32-27. La “rivincita” la giochiamo in casa nostra, vincendo inaspettatamente 48-32 mostrando un domino totale dimostrato dal 27-10 del primo tempo. Loro giocano sempre a zona ma noi nel frattempo abbiamo lavorato sul contropiede, sugli spazi e sul tiro mentre nell’altra metà campo, il fatto che siano abituati ad allenarsi con e contro la zona gli fa patire enormemente la nostra difesa a uomo, aggressiva sulla palla e sempre in anticipo sulle linee di passaggio. La loro zona alla fine si rivela un vantaggio per noi (incredibile)… Grazie alle loro lacune tecniche ne approfittiamo prendendo il largo e giocando la seconda frazione a marce ridotte facendo giocare chi probabilmente non metterà piede in campo al torneo.
Finite le amichevoli, sotto con il torneo che si terrà ad inizio aprile. Vi partecipiamo per la prima volta nella storia della scuola e quella che segue è una breve presentazione di chi ho l’onore di allenare tutti i giorni da quando sono in Cina.
Billy
Nome cinese: Miao Hao Ming
Classico ragazzino della “nuova Cina” che tra qualche anno gestirà una azienda che fattura diversi milioni di dollari. Ha il massimo dei voti in tutte le materie, questo vuol dire che potrà accedere alle migliori università e questo in Cina può significare: “Cash vero”. Caso vuole che sia anche il più forte della squadra e un vero e proprio leader. Porta la palla, fa canestro quando deve, prende rimbalzi, difende sempre sul miglior giocatore avversario. Nominato all’unanimità capitano, non ho mai visto un ragazzo così maturo in vita mia per la sua età. Ogni giorno dopo scuola e dopo i nostri allenamenti, lo trovo al campetto vicino alla scuola, prima a fare i compiti seduto su una panchina e poi a giocare con i più grandi. Ovviamente essendo quello che parla meglio inglese spesso traduce le mie spiegazioni duranti gli allenamenti. Dopo la prima amichevole e le mie incazzature a seguito delle trenta palle perse ha pensato bene di insegnarmi a dire: “No Turnovers” in cinese…
Dani
Nome cinese: Wan Xu Feng
Il classico bullo della scuola. Lo temono tutti (anche alcuni maestri), tranne Billy ovviamente. Gioca con delle scarpe rosa inguardabili e non passa mai la palla. L’unico allenamento che ho saltato per raffreddore, il giorno dopo sono stato convocato dalla preside perché Dani aveva dato un pugno in faccia ad uno dei ragazzi più piccoli. Giocatore grezzo che però dà tutto e difende come se fosse in guerra contro il Giappone. Dopo un mese di allenamenti insieme abbiamo finalmente rotto il ghiaccio. Un giorno mi si avvicina e indicando le mie parti intime mi chiede se è vero che noi occidentali siamo “meglio forniti” degli asiatici… Lo guardo con orgoglio e annuisco sorridendo, scacciando finalmente il fantasma di aver trascorso il settore giovanile (e le docce post allenamento) giocando con un ragazzo Jamaicano…
Mike
Nome cinese: Xu Jia Yuan
A ottobre era destrimane e non faceva mai canestro. A marzo è diventato mancino e la pucia spesso, atteggiandosi come Steph Curry. E’ il mio play titolare: nano tra i nani, ballhandling medio scarso, veneziano di prima categoria. Tira tutto quello che gli passa per le mani. Lo metto PG perché altrimenti non potrebbe giocare ma chiedo comunque a Billy di dargli una mano. Lingua velenosa, il classico stronzetto… l’unico in grado di venire alle mani sia con un suo compagno di squadra che con un’avversario… ovviamente scappando in tutte e due le situazioni!
Eddy
Nome cinese: Li Ze Fei
Con questa storia che dice di non saper parlare inglese, non mi ha mai parlato da quando lo alleno. Neanche “Hello”. Gli sguardi e i sorrisi sono sufficienti per capirsi però. Ad ogni suo errore lo guardo con una faccia schifata, un trattamento speciale che riservo solo a lui e del quale si è accorto e ne sta capendo le motivazioni. E’ uno studente scarso e svogliato ma ha un talento innato per la pallacanestro che solo adesso sta scoprendo di avere. Motoriamente è supercoordinato. Destro di mano ma per stuzzicarmi fa le gare di tiro usando la sinistra, ignorando quanto la cosa mi faccia godere. Impara ogni gesto in un amen (Bodiroga è la sua nuova ossessione) e capisce il gioco con una facilità veramente disarmante. Il difetto è che è timido e troppo spesso si limita a passare la palla. Ancora acerbo fisicamente, se non smette di giocare è l’unico che ha una possibilità di continuare a livelli decenti.
Locthar
Nome cinese: Lai Kun Dian
L’amico di Billy in campo e fuori. Fisico interessante per essere cinese, supera il metro e settanta a undici anni. Ragazzo d’oro e giocatore discreto. Uno dei capetti a scuola e leader positivo della squadra. Quello che ha fermato Dani mentre pestava il ragazzino più piccolo per intenderci. Viene spesso a trovarmi in ufficio con Billy. E’ quello che più di tutti prova a comunicare con me ed è l’unico (colleghi inclusi) che mi fa domande sul mondo da cui vengo. Mi chiede dell’Italia, dei miei viaggi, del basket e tante altre domande alle quali forse nessuno gli risponde a casa… Principalmente riguardo a ragazze, sesso e profilattici. Le conversazioni finiscono sempre con lui che mi dice di avere il cuore puro… Giocatore molto buono. Alto e dinamico con discreti movimenti e un buon tiro dalla media. Secondo terminale offensivo della squadra. Un giorno entra con Billy in ufficio mentre mi stavo guardando un video sul pick and roll. Il video in realtà era su come difendere sul pick and roll, ma preso bene gli ho fatto vedere un video di Nash a Phoenix. L’amichevole dopo, con il risultato in ghiaccio, nel quarto quarto, Lochtar inizia a bloccare l’uomo della prima linea della zona avversaria mentre Billy sfrutta in palleggio. Parziale di 8-0 per noi, con quattro assist di Billy, otto punti di Lochtar e i miei colleghi che vengono a congratularsi per come gli ho insegnato bene il pick and roll…
Tommy
Nome cinese: Deng Wei Tao
Il burlone della squadra. Ride e scherza sempre con tutti. Atleta fuori dal comune per gli standard medi cinesi. Ha il record della scuola sui cento-quattrocento e millecinquecento metri. Ha vinto la gara di salto in lungo ma ha mollato l’atletica per il basket (come dargli torto…). Classico giocatore che si trova sempre in contropiede da solo salvo tirare poi delle mine clamorose che rischiano di crepare il tabellone. Migliora molto lentamente perché la prima parte degli allenamenti, quando faccio il lavoro tecnico, la deve saltare. Lui, Dani e Bobby sono un pelo vivaci durante le lezioni, così, finite le ore scolastiche, sono sempre incaricati di rimanere in classe a pulire l’aula.
Jimmy
Nome cinese: Yang Li Min
Il classico brutto brutto da vedere ma che fa sempre canestro e se sbaglia, prende il suo stesso rimbalzo e corregge. Non ha mai tirato in vita sua con i piedi rivolti a canestro… Non ha mai usato la sinistra nel terzo tempo da sinistra… Non ha mai realizzato un tiro libero… Però ha chiuso tutte le amichevoli come miglior marcatore in campo. Lo trovo spesso alla domenica mattina nel campetto della scuola. Io vado a correre sulla pista di atletica e lui gioca con il fratellino. Non capisce un cazzo di inglese e non so per quale ragione ripeta ogni cosa che dico. Fortissimo fisicamente, smetterà di fare canestro appena anche gli altri saranno sviluppati quanto lui.
Bobby
Nome cinese: Huang Hai Yang
Vice playmaker della squadra. Cambio di Mike in quanto ancora più nano del già nanissimo titolare. Ball handling ancora più scarso e frequenza cardiaca del sottoscritto che sale a 180bpm, ogni volta che inizia a palleggiare. Quando lui è in campo metto in guardia tutti di dargli una mano a portare su la palla. Unico giocatore a non aver ancora segnato in nessuna delle amichevoli giocate (e forse nemmeno ad aver preso un rimbalzo e confezionato un assist)… Si danna l’anima in difesa comunque, dove, non capendo comunque nulla, riesce sempre ad andare a intasare tutte le linee di penetrazioni avversarie seguendo l’antico concetto minibaskettiano: “che mi fotte del mio uomo, io rincorro la palla sempre e comunque”.
Yao&Ming
Nomi cinesi: Lin Jun Wei&Ye Jun Hao
I due lunghi della squadra. In realtà più che lunghi sono larghi ed è così che gli venne assegnata la posizione di “centri” prima che arrivassi. Hanno una autonomia di ossigeno drammatica, così nel primo e nel secondo quarto dove, per regolamento, devo lasciarli in campo almeno cinque minuti consecutivi, spesso fingono falsi infortuni pur di uscire. Adorano il basket ma semplicemente non ce la fanno…
Yao: Circonferenza vita alla Giuliano Ferrara e ormone galoppante. Mi ha procurato il numero della sua maestra di cinese. Ha già i baffetti e i peli e guarda il culo ad ogni compagna… Incredibile ma vero sembra abbia addirittura successo con le ragazze che si fermano spesso a vedere i nostri allenamenti. Giocatore scarso, limitato da un fisico ai limiti dell’obesità. Simpatico e autoironico quando inciampa da solo, stremato dopo due campi di fila di corsa.
Ming: forse qualcosa si tira fuori. Anche lui sembra più un panda che un giocatore di basket ma sta realmente crescendo. Atleta scarsissimo, ha qualche buon movimento vicino a canestro e un discreto tiretto ma vive con il terrore di essere stoppato… Non bene per un lungo. Tira giù parecchi rimbalzi sfruttando il volume della sua massa corporea.
Jackson
Nome cinese: Guo Jian Min
Fossimo in Italia sarebbe il classico ragazzino che gioca a basket costretto dalla mamma perché fa bene fare sport… Siccome siamo in Cina ancora mi chiedo perché giochi a basket. Scherzi a parte è ovviamente appassionato ed è pure alto ma incredibilmente scoordinato (classico), distratto e “molle”. Pantalone lungo con caviglia e calzino in vista in qualsiasi situazione, maglietta della salute sempre e comunque, orologio al polso anche quando gioca, e scodella in testa con orecchie a sventola che mi prende il wifi ogni volta che gli sono vicino… Ha al suo attivo più palle perse che minuti giocati. Viene spesso a trovarmi in ufficio per guardare cosa faccio. Come si fa a non volergli bene?
The Babies: Chip, Crillin, John e Morris
Vengono chiamati “Babies” dal resto della squadra perché sono di quarta e quinta elementare anziché di sesta come gli altri undici. Chip è stato aggregato di recente per partecipare al torneo tra scuole. L’ho selezionato tra i migliori prospetti di quinta elementare. Non è un fenomeno ma è cazzuto come pochi e non ha timore dei più grandi. Canestro con fallo alla partita d’esordio e quattro o cinque rimbalzi nell’ultima amichevole. Notevole per uno sotto età.
Crillin, John e Morris ci seguono da inizio anno invece. Inizialmente perché studenti prediletti del mio assistente allenatore a inizio anno: Mr. Chen e successivamente diventati le mascotte della squadra. John è il più bravino ma anche quello che capisce meno e che per questo viene spesso coperto da insulti dai compagni più grandi quando sbaglia esercizio. Crillin invece, soprannominato così per la chiara somiglianza all’amico di Goku, è uno studente modello e un ragazzino super ma nell’ambito di squadra è molto più apprezzato per la mamma che lo viene a prendere che non per le prestazioni in campo. Diciamo che siamo tutti un po’ affezionati alla mamma di Crillin. Morris è invece il “nano bagongo” per antonomasia. Piedi piatti a papera, un metro e cinque di altezza, palla più grande di lui ma una cazzutaggine che gli ha fatto vincere una partita di fulmine in finale con Billy, guadagnandosi il rispetto di tutti, soprattutto di Lochtar che gli fa da chioccia.
Tu sei il capo. Mi sono divertito da matti a leggere della tua avventura e dei tuoi ragazzi. In bocca al lupo, spero di leggere presto gli esitidel torneo!