Se dovessimo fare una proporzione tra le volte che in mezzo ad un campo da basket si sente la frase “Passa sta cazzo di palla” e le volte che si sente “Prenditelo sto cazzo di tiro”, la certezza della preponderanza è sulla prima.

Non ci sono dubbi, anche perché almeno la metà delle volte che è stata pronunciata in tutto il mondo, è stata pronunciata da me…

Il passaggio è di gran lunga il fondamentale più importante del basket. Lo è da un punto di vista prettamente tecnico e lo è da un punta di vista concettuale.

Non esattamente così

Per quanto un bravissimo ball handler faccia strabuzzare gli occhi agli spettatori, per quanto un tiratore puro sia bellissimo da vedere, un passatore sopraffino fa sognare.

Avete mai sentito la reazione del pubblico ad un passaggio stupendo? Perfetto. Ora provate a ricordarvi se vi è capitato di sentire i compagni di squadra di un talento del passaggio dopo che ha liberato un compagno. Le urla di approvazione sono il manifesto dello sport di squadra.

Pistol Pete, Magic, Nash erano dei grandissimi ball handler, ma la storia li ricorda e li ha consacrati nell’Olimpo della palla a spicchi per le loro visioni di passatori e non per tre palleggi consecutivi in mezzo alle gambe. Un motivo ci sarà, no?

Sua maestà Maravich

Essere un distributore di assist, a volte, non vuol dire essere (nella pratica) un gran passatore. Vi faccio un esempio: Stephon Marbury ha viaggiato a 8 assist di media in carriera ma non era un passatore completo. Semplicemente batteva sempre il suo uomo e al primo aiuto faceva schiacciare i suoi compagni.

In NBA è tutto un po’ diverso per il modo in cui conteggiano gli assist, diciamo di manica larga, ma ci sono e ci sono stati passatori “di sistema” che hanno fatto vedere letture e intuizioni che non diventavano immediatamente assist ma creavano una continuità di gioco e un ritmo pazzeschi. Mi viene da pensare ad Arvidas Sabonis, a Vlade Divac, a LeBron James. Sì, a LeBron. Perché se è vero che spesso ferma la palla e gli spaccherei una sedia sulla schiena (poi scappo, eh) spesso dal post basso o dal palleggio fa partire dei missili con linee di passaggio spettacolari. Ed è li che mi chiedo: “Ma perché non lo fa tutte le volte?” Poi mi rispondo che a lui basta accelerare un attimo per schiacciare in testa a tutti e vado a dormire.

20 metri con la sinistra…

Adoro il passaggio e adoro i passatori. Adoro quelli che rinunciano ad un tiro per farne fare uno migliore ad un compagno, adoro quelli che attaccano il canestro sapendo già prima che faranno tirare libero qualcuno, adoro quelli che fanno un palleggio in meno e tre passaggi in più, adoro quelli intelligenti che conoscono le dinamiche della pallacanestro e si fanno amare dai giocatori.

Perché farsi voler bene dai compagni è la caratteristica più importante di un bravo giocatore. E quale miglior modo se non coinvolgerli e far diventare loro bravi (o PIU’ bravi)?

Per essere un passatore di livello superiore servono varie caratteristiche, ma le principali, a mio parere, sono tre:

Tecnica

Tempismo

Letture

Ovviamente devi essere tecnicamente fortissimo. Devi saper passare la palla in tutti i modi, sopra la testa, baseball, laterale, schiacciato, lob (due mani al petto non lo consideriamo…). Indifferentemente di destro e di sinistro, da fermo e dal palleggio. Bisogna, come per tutti i fondamentali, allenarsi tanto, solo che se per il tiro o il palleggio basti tu e la palla, tendenzialmente per allenare il passaggio ti serve un aiutino. Ma se volete ripetere il gesto migliaia di volte e siete da soli, cosa che consiglio a tutti, mettetevi davanti ad un muro e passatevi la palla da soli, in tutti i modi. Funziona alla grande. Noioso? Sti cazzi…

Divertente eh?

Nel basket di un certo livello, mezzo secondo è un’infinità e i bravi passatori all’interno di questa infinità prendono in considerazione due o tre alternative per recapitare la palla a destinazione. Chi si perde in quella frazione di tempo perde l’occasione di essere efficace. Se devo passare la palla ad uno che sta uscendo dai blocchi per tirare, devo guardare quanto veloce sta correndo e calcolare quando sarà il momento giusto per fargli arrivare la palla. Un decimo troppo presto e rischio di fargli fare passi, un decimo troppo tardi e rischio di far recuperare il suo difensore. Vi sembra esagerato e forzato come discorso? Credetemi, non lo è!

Dopo un pick&roll, se mi voglio liberare del pallone troppo presto faccio un danno, troppo tardi ne faccio un altro. Oltre alla tecnica, il tempismo è fondamentale.

Cosa si cerca di fare mentre si attacca? Provocare un errore, sfruttarlo per creare un vantaggio e usare quel vantaggio per punire la difesa. Subito dopo aver provocato l’errore, è il momento di leggere cosa è successo e soprattutto cosa potrà succedere. Ti si può aprire una sola scelta e devi essere in grado di riconoscerla oppure un ventaglio di scelte e allora devi essere bravo a selezionare quella più giusta.

Spesso, nella pallacanestro molto ordinata e organizzata, la lettura migliore non è la più immediata. Quando parlo di rinuncia intendo questo, intendo che se ci può essere un passaggio più efficace del tuo, devi farlo fare a qualcun altro, perché quella è la lettura giusta.

Il passaggio bello ed efficace non è solamente quello che fa fare “Ohhh” al pubblico, è anche quello che apparentemente “lo posso fare pure io” ma che in realtà “solo lui lo sa fare così”.

Ave Manu

Se queste tre caratteristiche fanno di un atleta un passatore da ammirare e da imitare, c’è una cosa che rende il passaggio di per se efficace lo stesso: passarsi la palla rende felici tutti.

E scusate se è poco.

Nel corso della mia carriera ho giocato con e contro grandissimi passatori, ai quali ho cercato il più possibile di ispirarmi. Se Saras Jasikievicius è stato un fenomeno, dal mio punto di vista Diamantidis lo è stato di più.

Un Diamantidis è per sempre

Se Teodosic ogni tanto (spesso) ti fa saltare sulla sedia, Niko Zisis è un giocatore pazzesco per quanto è in grado di dare continuità alla squadra. Il primo in assoluto da cui ho imparato che in ogni momento dell’azione ci può essere un passaggio decisivo è stato Claudio Crippa. Chi è ragazzino probabilmente non lo ricorda ma se siete “esperti” come me lo avete sicuramente visto giocare. Atleta sotto la media, talento normale ma un cervello come pochissimi e palle sovradimensionate. Ero un giovincello e lui il mio capitano a Pistoia, in ogni singolo allenamento c’era da imparare guardandolo.

crippa

Cosa credete? Ho anche giocato con gente che non era proprio in grado di passarla, dal punto di vista tecnico. Non era il loro lavoro e facevano il minimo indispensabile per non fare danni.

Ma la categoria peggiore è quella che sa ma non lo fa.

Diciamo che, in linea di massima, questa categoria è appannaggio dei giocatori americani, talentuosi, che fanno canestro e che spesso piuttosto che passare la palla si farebbero togliere un orecchio.

Solitamente l’azione si svolge così: isolation, tremila palleggi, uno contro uno (o due, o tre), io lancio i razzi in cielo per fargli vedere che sono libero, se ne fotte, conclusione sbagliata e: “My bad”.

Eh, grazie al cazzo my bad, capiscilo prima che stai facendo una minchiata così non serve nemmeno che porgi le tue scuse (finte).

Ma quella che più mi fa incazzare è: azione fotocopia di prima e alla fine “I saw you”. Ora, basta una nozione base di inglese per sapere che mi ha detto ”Ti ho visto (che eri libero)”.

Se all’inizio dell’anno gli faccio il gesto del pollice alzato, come per fargli capire “ok, alla prossima” intendendo che ho apprezzato, dalla seconda volta in poi che mi fa questo numero la mia risposta è sempre la stessa: “If you saw me, pass me the ball”. Dalla terza volta in poi aggiungo pure, prima di ball, un bel fucking, tanto per essere più chiaro.

 

Il rumore più bello su un campo da basket non è quello della palla che passa attraverso la retina, ma quello del passaggio che ha permesso a te di metterla dentro al cerchio di ferro.

E’ il suono della condivisione.

Pace, Amore e Felicità

 

di Matteo Soragna

Previous

Un giorno da Mamba

Next

Volevo solo giocare a basket

About Author

Matteo Soragna

Gioco a palla al cesto. Se volete vincere facile sfidatemi a poker, se volete perdere facile sfidatemi sui go-kart. Talento clamoroso a volley, pippa disumana a calcio. Per il resto marito e padre innamorato e orgoglioso.

11 comments

  1. Teo ti stimo, ma hai detto la solita bugia su cui si sta fondando la pallacanestro degli ultimi anni. Il passaggio è il fondamentale più importante?????? Ma si chiama pallacanestro o pallacompagno?????? Sarà un caso che i migliori passatori sono i migliori attaccanti? Se non sei pericoloso non si crea il vantaggio. Non crei vantaggio, non fai assist, ma solo passaggi di spostamento… Ragazzi, dobbiamo trasmettere il TIRO alle generazioni future. Creata la pericolosità, parleremo di letture….

  2. Che aggiungere.. condivido al 1000%. Odio i “veneziani” (senza offesa ma dalle mie parti si dice così per indicare individui dalla scarsa propensione al gioco di squadra caratterizzati da abbondante colla vinilica sull’arto utilizzato per portare palla) e fosse per me l’azione perfetta prevede una tela di passaggi che iranian loom fatti da parte, con appoggio facile facile a canestro.
    Grande Teo e al prossimo articolo!
    ps. quella volta che tiri una sediata a LeBron fa un fischio che porto la reflex e vado a vincere il word press photography

  3. AMEN,
    avrei preferito una citazione a John Stockton in un articolo del genere, o almeno a Jason Kidd…ma va bene lo stesso.

    Caro Danilo, invece, non credo che sia sbagliato dire che il passaggio è il fondamentale più importante. Il buon passaggio è quello che fa tirare il compagno di tabella da dentro lo smile…i tiratori servono alle squadre immobili di adesso, tutti piazzati oltre i 3 punti a fare i fenomeni. Tutti siamo tiratori se ci lasciano 3 metri (più o meno). Invece al Ray Allen di turno se non arriva lo scarico del compagno non la butta dentro nemmeno per scherzo.

    http://lovedtheassist.tumblr.com/

    1. Ragazzi per favore non impazziamo… Adoro Hackett, ma quanti tiri in area fa escluso il contropiede? Se non si è pericolosi, non si creano vantaggi e non esistono assist. Ma questo lo capisce solo chi gioca o ha giocato.

  4. Va bene il tiro e la “pericolosità” , ci stava citare Stockton, ma Don Matteo ha cmq scritto un grande articolo. Giusto mettere in focus un fondamentale cui, fin da piccoli, viene data scarsa importanza.

  5. Bellissimo articolo che condivido. Mio figlio è un gran “passatore” perché lui crede nel gioco di “squadra”; anche a lui piace andare a canestro ma, se può, c’è lo spazio, passa e passa talmente bene che il compagno conclude alla grande ma non è altrettanto per lui…mai capito perché..pazienza. Passarsi la palla è condivisione, ma ahimè pochi lo fanno ed è un peccato…ragazzi il basket è squadra, ricordatevelo sempre!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Check Also