Valjevo, 15 maggio 2036

Ciao Nando,

è un po’ che non ci si sente, vero? Lo so, è colpa mia. Non ne potevo più dopo quegli anni a Los Angeles, tra giornalisti, fotografi, Rihanna e Kardashian varie. Volevo solo giocare a basket, farlo coi migliori, farlo a modo mio. E ce l’ho fatta ma era un mondo che non mi apparteneva. E allora sono tornato qua, a casa mia. Alleno i ragazzini della squadra del paese, mi diverte un sacco sai? Tutti mi adorano ma lo fanno con rispetto, guardandomi di sottecchi quando vado al mercato o dal barbiere. Oggi però è un giorno particolare, te lo ricordi? Vent’anni fa abbiamo vinto l’Eurolega. L’emozione più grande tra tutte le grandi emozioni che mi ha dato questo sport. Ed è stato anche e soprattutto merito tuo. Non so se ti ho mai ringraziato abbastanza, ci tenevo a farlo di nuovo. Sentiamoci più spesso ora però.

A presto

Milos

 

Valencia, 25 maggio 2036

Ciao Milos,

una cartolina nel 2036? Solo a te poteva venire un’idea del genere! Sono felice di sentirti ed è anche colpa mia se ci siamo persi di vista. Io ho deciso di stabilirmi a Valencia, sai Vero l’avevo conosciuta qui la prima volta che ero venuto a giocare qua, è un posto fantastico dove vivere: il mare, la paella, il basket. Sono rimasto anche io nel basket, ma questo lo saprai. Adesso sono general manager della squadra, proprio questi giorni siamo in semifinale in Acb, ma con Real e Barca che hanno deciso di giocare solo in Eurolega per noi c’è più spazio ora. Non ringraziarmi per quel canestro nella finale di vent’anni fa, quell’assist e altri millemila che mi hai fatto in quei tre anni al Cska sono roba tua. E pensare che quando sono arrivato, nell’estate del 2014, qualcuno storceva il naso. E li capisco: avevo giocato solo un anno in Eurolega, in Nba faticavo a trovare la mia dimensione. E anche con te non è stato facile all’inizio: prima infortunato io (se non mi fossi rotto la mano pensi che l’avreste davvero vinta quella semifinale dei Mondiali?), poi infortunato tu, anche se la squadra vinceva sempre. Poi pian piano abbiamo iniziato a capirci, a capire che gli spazi aperti dall’uno erano funzionali al mettere l’altro nelle migliori condizioni per colpire. Ci siamo presentati a Madrid con 25 vittorie su 28 partite, tu nel primo quintetto, io nel secondo. E poi sempre quel cazzo di Spanoulis…

Se vuoi possiamo anche sentirci per telefono la prossima volta.

Un abbraccio

Nando

 

Berlino, 31 giugno 2036

Ciao Nando,

lo so, potrei usare il telefono. Ma ho portato mia moglie in vacanza a Berlino, mi sono tornate in mente quelle Final Four passeggiando lungo il Muro e ho deciso di imbucare un’altra cartolina. Mi è tornata in mente la semifinale contro Kuban. Fosti fantastico, quell’Mvp quell’anno fu sacrosanto. E te lo ripeto Nando: sei stato fondamentale per me, per farmi diventare un giocatore diverso. Me ne sono reso conto solo dopo, solo quando non ti ho più avuto come compagno. Avere meno pressione addosso nel portare palla e meno attenzioni dal resto della difesa mi ha dato maggiore serenità nell’esprimere tutto quello che sapevo di poter mettere sul parquet. Il nostro miglior periodo è stato sicuramente quello della stagione della vittoria in Eurolega. Eravamo incredibili. Riguardavo le statistiche sul vecchio sito di Eurolega: facevamo 35,6 punti in coppia tirando col 55% da 2, il 44% da 3 e il 90% ai tiri liberi e smazzavamo pure 10,7 assist. Eravamo tanta roba, peccato siamo stati insieme solo tre anni.

Un abbraccio

Milos

 

Valencia, 17 luglio 2036

Ciao Milos,

sei uno zuccone come sempre! Usalo quel telefono, non solo per pubblicare le foto degli aperitivi a Berlino con Bogdanovic! È vero, in quegli anni abbiamo giocato la nostra migliore pallacanestro. Quando vincemmo l’Eurolega giocai da dio, ma la stagione dopo tu giocasti ad un livello inimmaginabile. Mi bastava guardarti con la coda dell’occhio, tagliare verso canestro dietro alla difesa e sapevo che in qualche modo la palla me l’avresti fatta arrivare. E se la difesa collassava su di me, avevi spazio per il tiro da tre. Eri abbacinante. E riuscivano lo stesso a criticarti. “Non è un vincente”, “Se la fa sotto quando c’è da vincere”. Erano le stesse cose che dicevano anche a me quando tornai dall’America. Forse anche per quello abbiamo trovato la chimica giusta, per quello abbiamo funzionato. Se non te l’hanno già fatta, dovrebbero farti una statua a Valjevo. O almeno un murales. O un manifesto, toh.

Accendilo il telefono, ricordati.

Nando

Almeno il manifesto l’hanno messo sul serio a Valjevo

 

Valjevo, 4 agosto 2036

Ciao Nando,

sai, ieri ho avuto una sorpresa di quelle che non mi sarei mai aspettato. Mi sono trovato attaccato al campanello un signorino coi capelli bianchi, compostissimo ed educato. Quasi non lo riconoscevo. Era Dimitris Itoudis! Ora che è arrivato dove si merita, in Nba, non pensavo avesse tempo di passare qui in provincia. Ci siamo presi uno slivovitz artigianale che fa un amico di mio padre e ci siamo messi a ricordare i tempi di Mosca. Mi raccontava di come fosse assolutamente innamorato di noi due e di quanto lo mandasse fuori di testa le pause che avevamo, quei momenti in cui giocavamo come se fossimo al campetto di Kalemegdan a metà luglio. Col senno di poi, mi rendo conto che non aveva tutti i torti. Te la ricordi quella partita a Belgrado con la Stella Rossa in cui partimmo 11-0 per loro? Tu eri in quintetto, vi cambiò tutti e cinque insieme! Una partitaccia ma alla Kombank può succedere, lo so bene…

Spero ti piaccia questa bottiglia di slivovitz che ti spedisco.

Fammi sapere se ti è piaciuta.

Un abbraccio

Milos

 

Mosca, 29 settembre 2036

Ciao Milos,

è un passato un po’ di tempo ma con l’inizio della nuova stagione ho avuto un bel po’ da fare. Lo slivovitz ce lo siamo già finiti, ogni volta che avevo un ospite a casa lo offrivo e ce lo siamo spazzolati in men che non si dica! Come vedi, sono a Mosca per la prima giornata di Eurolega, giochiamo contro il Cska. Sono tornato tante volte qua ma fa sempre un effetto particolare. Anche se ci sono sempre quattro gatti a vedere le partite nel palazzone. Faccio un giro nei corridoi, guardo le foto, sbircio le coppe e mi strappa sempre un sorriso passare davanti a quelle in cui stacchiamo la coppa insieme. Un momento così intenso che anche adesso che ce l’ho qui davanti mi toglie il respiro.

Grazie Milos, davvero.

A presto

Nando

[Foto: Getty Images]

Valjevo, 15 ottobre 2036

Ciao Nando,

senti, pensavo a una cosa: se venissi qualche giorno in vacanza a Valencia a Natale? Ci sono passato centinaia di volte da giocatore ma non l’ho mai visitata davvero. Potresti farmi da cicerone, magari porto anche il pallone così facciamo anche due tiri! Ti ho visto in tv, sei ancora tirato a lucido, mica come me che ho messo su la pancia da dopolavoro… Sai, vado qualche volta al campetto coi ragazzini d’estate, a volte si meravigliano che, praticamente camminando, riesco ancora a smazzare qualche palla tipo quelle che davo a Kyle, ad Andrey o a Sasha… Non mi piace perdere neanche ora, quando e forse di più di quando perdevamo allora. Ho sempre i canestri di Spanoulis e i miei errori davanti agli occhi. Mi fanno male ancora oggi. Anche se poi, alla fine, ho vinto anche io. Trovami un bell’albergo e sono da te per la vigilia. Ah, ti avverto: anche da 3 segnicchio ancora. Non come nel 2010 ma insomma…

Ci aggiorniamo

Milos

 

Valencia, 7 novembre 2036

Ciao Milos,

Tutto ok per Natale, come ti ho scritto via email. Sempre che tu l’abbia letta… Mi farà davvero piacere giocare un po’ con te, qualche volta mi alleno coi ragazzi per tenermi in forma e ancora mi faccio rispettare! Anche se in realtà mi piacerebbe di più giocare ancora una volta insieme piuttosto che contro di te. Sarebbe bello rimettere indietro gli orologi e rigiocare oggi non tanto le partite che abbiamo vinto (e sono state tantissime). Ma quelle che abbiamo perso. Riprovarci con lo stesso piacere che provavamo allora nello scambiarci di ruoli, nello scambiarci gli assist, nello scambiarci un cinque dopo un bel canestro. Riprovarci per assaporare una volta di più il piacere di sollevare la coppa insieme al compagno, all’alter ego, all’amico. È stato un attimo troppo breve ed intenso quello di vent’anni fa. Come un cicchetto di slivovitz.

Ci vediamo a Natale, Milos.

Nando

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About Author

Marco Pagliariccio

Di Sant'Elpidio a Mare (FM), giornalista col tiro dalla media più mortifero del quartiere in cui abita, sogna di chiedere a Spanoulis perché, seguendo il suo esempio, non si fa una ragione della sua calvizie.

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