di Raffaele Ferraro

 

 

Ore 7:30 suona la sveglia, l’arbitro si alza, si lava i denti, si dà del cornuto da solo, e la giornata può cominciare

Ore 8:30 arriva in ufficio

Ore 9:45 mail del designatore “Devi urgentemente sostituire un arbitro nel match di prima divisione di stasera alle 22:15 Orizon-Lestrigoni”

Ore 9:50 pausa al bar, ordina 4 caffè mentre prende coscienza che anche stasera saranno bordate di insulti

Ore 10:35 nel corridoio dell’azienda, due colleghi si scontrano. Interviene l’arbitro: “E’ colpa tua Luca. Marco era nel suo cilindro”

Ore 10:36 Luca lo manda a fare in culo. Senza prendere tecnico.

Ore 11:15 mail del designatore “Devi urgentemente sostituire un arbitro nel match Under 14 Porretta-Pontevecchio a 81 km da casa tua, alle ore 17”

Ore 11:30 mentre chiede un permesso al capo, prega Dio che alla partita non ci siano genitori

Ore 13:00 pausa pranzo. Telefona alla morosa per sapere con chi è, cosa fa, quando, come, dove e perché la tradisce. Se gliel’hanno detto in 2500, pensa che probabilmente ci sia un fondo di verità sul suo status di cornuto.

Ore 14:00 per scaricare la tensione, ascolta un po’ di musica deprimente: “Best of Biagio Antonacci”

Ore 14:30 parte per Porretta

Ore 15:40 arrivo a Porretta. Le squadre sono già in campo a fare riscaldamento, c’è parecchia tensione nell’aria, in palio c’è il primo posto, sugli spalti è pieno di genitori, mamme, papà, compagni della mamma, amanti del papà, ex mogli con gli avvocati per chiedere gli alimenti.

Ore 15:45 solita gag per fare il marpione: fa finta di sbagliare spogliatoio per entrare in quello degli ufficiali di campo nella speranza di beccare qualche bella ragazza che si cambia. Ma oggi c’è solo un ufficiale di campo, si chiama Gianni, è uomo, è 1.58 per 95 kg, ha appena ruttato le melanzane mangiate a merenda e l’aria nello spogliatoio è irrespirabile

Ore 16:15 riconoscimento: “Mi raccomando maglia dentro ai pantaloncini e via braccialetti ed orecchini”. Problemi a pronunciare il nome del bambino senegalese con mamma araba “Yande Diouf Abdel Salah Ojurkiri Al Fajed”, i compagni ridono, l’allenatore gli dà del razzista, Salvini scrive subito un post su facebook “Se avete nomi impronunciabili, state nel vostro paese”

Ore 17:00 alza la palla a due un po’ storta favorendo involontariamente una delle due squadre. Dagli spalti piove come un chicco di grandine, il primo vaffanculo

Ore 18:30 La partita è inaspettatamente filata via liscia, i bambini si sono comportati molto bene, la frangia più calda dei genitori si è limitata a qualche “ti aspettiamo fuori”, e la squadra di casa ha vinto di 74.

Ore 18:45 doccia gelata, presa del phon più vicina nel bar a 300 metri dalla palestra, si riveste alla bene in meglio e di corsa verso la partita di Prima Divisione a 109 km da lì.

Ore 21:00 arriva alla palestra scolastica

Ore 21:05 linea da tre negli angoli insesistente, smile sottocanestro assente, linea da 3 a 5.25, canestro di destra alto 2.80, canestro di sinistra alto 3.21, una fila di panche per gli spettatori dentro il campo: ci sono tutte le condizioni necessarie affinchè si possa giocare una regolare partita di Prima Divisione

Ore 21:40 riconoscimento. In una squadra ci sono 6 giocatori con 2 divise diverse: una di quest’anno per chi ha pagato la quota, una dell’anno scorso per chi non l’ha pagata.

Ore 22:15 Cinquantasei spettatori di cui 8 seduti e 48 in piedi, tutti in campo. Anche perché non c’è spazio.

Ore 22:16 comincia la partita

Ore 22:25 l’arbitro fischia 3 secondi in area al pivot che era lì dentro da 7 azioni consecutive: “Eh vabbè, se fischiamo ste cagate, allora fischiamo tutto però”

Ore 22:40 laccio californiano all’indirizzo del playmaker, con calcio volante in aiuto. L’arbitro fischia antisportivo, dagli spalti “Fiscale, vergognati, stronzo”

Ore 23:55 34-34, supplementari. La squadra di casa gioca in 4, due sono usciti per 5 falli.

Ore 00:20 36-36, secondo supplementare. Si gioca 4 contro 4.

Ore 00:34 40-40, terzo supplementare. Si gioca 0 contro 0. Il custode ha spento tutto ed è andato a casa.

Ore 00:35 tensione in campo, insulti, spintoni, la squadra ospite accusa la squadra di casa di aver pagato il custode per paura di perdere.

Ore 01:20 il capitano della squadra di casa propone di andare a bere e invita sia gli avversari che l’arbitro.

Ore 01:21 all’arbitro non sembra vero. Quelli che gli hanno augurato di spendere i soldi che prende dalla Fip in medicine, gli hanno appena chiesto di andare a bere con loro. E’ commosso. Accetta

Ore 05:45 a gattoni riesce ad entrare in casa. Non capisce niente, la sua ragazza sarà incazzatissima, è ad un niente dal coma etilico. Apre la porta di casa. Esce un uomo mezzo nudo. “La maglia dentro i pantaloncini” gli dice l’arbitro.

Per fortuna non si è accorto di nulla. Ma avevano ragione i tifosi.

 

P.S. gli arbitri sono catalizzatori di qualsiasi tipo di insulto ma hanno però una peculiarità che li rende unici nello sport: senza di loro non si gioca. Lode agli arbitri, sempre.

 

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Raffaele Ferraro

Sono quello che gestisce la pagina facebook e il profilo twitter. Scrivo tutti i pezzi violentando quotidianamente la lingua italiana. Sì insomma, sono quello che non ha una vita sociale.
Ora che abbiamo anche un sito ho raccattato dalla strada tre disperati dal buon livello di ignoranza ma soprattutto dal massimo livello di passione per la palla a spicchi.
Essendo di Bologna ho più pallacanestro che trigliceridi nel sangue.

1 comment

  1. L’insulto più divertente che ho ricevuto è stato: arbitro, sei più inutile di un moscerino senza ali!!!

    P.s. gli arbitri sono tutti cornuti…… sportivamente parlando.

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